Adinolfi si inventa fantomatiche «minacce» al suo partitino


Forse intenzionato ad emulare la leghista Sardone, anche Mario Adinolfi è corso ad affermare che un candidato del suo partitono omofobo sarebbe stato «minacciato» perché gli avrebbero dato del «vecchio di m..da».
È quanto il fondamentalista dichiara dal suo profilo social, forse ignaro che quell'appellativo non è una «minaccia» e che pare un po' assurdo che a lamentarsi di un insulto sia quel tale che va in giro a dire che i reati di matrice omofoba sarebbero «libertà di espressione». Eppure lui scrive:


Nella missiva recapitata a Gianni Donato, coordinatore del Popolo della Famiglia di Castrovillari, ci sarebbe stato scritto: «Vecchio pezzo di m...a vattene ad abitare a Cassano».
Dato che Adinolfi ama negare la matrice omofoba di qualunque attacco avvenga contro i gay, appare ipocrita il suo voler ricondurre quella lettera all'attività del suo partitino, soprattutto se si considera come il testo inviti il suo proselito a traslocare altrove, quasi fosse una disputa tra vicini. Ma evidentemente il fondamentalista ritiene che per lui valgano regole diverse da quelle che lui riserva alle vittime della sua intolleranza:

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