Proteste contro il nuovo ministro polacco dell'istruzione. Dichiarò che i gay «non sono uguali alle persone normali»


Si è tenuta ieri una manifestazione di protesta davanti al Ministero dell'istruzione polacco a Varsavia, in Polonia, contro la nomina di Przemyslaw Czarnek a ministro dell'istruzione. Czarnek è stato scelto dal governo omofobo per il suo aver dichiarato che le persone LGBT «non sono uguali alle persone normali» e per aver coniato il termine «ideologia» per definire il naturale desiderio di poter vivere con la persona amata da parte di chi non condivide le medesime pulsioni sessuali di Pillon o di Gandolfini.
La manifestazione è nata attorno alle proteste del blogger Bart Staszewski, finito nel mirino del governo per il suo aver criticato le «zone libere da lgbt» proclamate dai neonazisti e per il suo essersi chiesto: «Sono solo un normale polacco che vuole solo una bella vita con il mio partner e poterlo sposare un giorno. Dov'è l'ideologia?». I suoi post sono diventati virali e hanno fatto infuriare quelle autorità che vorrebbero imporre il loro pensiero unico atto ad ottenere potere grazie alla paura inculcata contro qualunque forma di differenza.
Con l'aumento delle critiche internazionali contro la Polonia, il primo ministro Mateusz Morawiecki ha accusato Staszewski di aver messo in circolazione una "bufala" che ha portato alcuni a credere che la Polonia abbia un problema di diritti umani. Eppure la repressione dei gay era chiara ben prima delle sue proteste, dato che il giornale filo-governativo Gazeta Polska pubblicò adesivi con la scritta "Zona libera da LGBT" con una bandiera arcobaleno barrata già la scorsa estate.
Il timore è che la Polonia ptesse seguire la Russia nel vietare la fantomatica "propaganda gay" e le leggi che sulla base di quella folle teorie impongono discriminazione e violenze contro le minoranze.
Il presidente Andrzej Duda ha fatto della sua omofobia e della fantomatica "protezione delle famiglie tradizionali" un tema chiave della campagna di rielezione, promettendo un divieto costituzionale sulle adozioni dello stesso sesso. Ha anche definito il movimento per i diritti LGBT un gruppo "neo-bolscevismo" che spinge una "sessualizzazione aggressiva" nelle scuole.

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