Catania intitola una via a don Benzi, il sacerdote che volava "curare" i gay e che incolpava le donne per gli stupri subiti


È polemica dopo che la città di Catania ha deciso di intitolare una via a don Benzo, ossia ad un sacerdote che ha trascorso la sua vita a promuovere odio omofobico.
Nel 2006, è dalle pagine del Corriere Romagna che il sacerdote si lanciò nel dichiarare che «l'omosessualità può essere corretta e la deviazione psichica che le è propria rimossa». Poi, bel suo libro intitolato La coppia oggi tra libertà dell'uomo e mistero di Dio , aggiunge: «gli omosessuali acquisiti sono gli effeminati di cui parla la Scrittura e ai quali non è dato di entrare nel regno dei cieli».

E se l'Organizzazione mondiale della sanità riconosce nell'omosessualità "una variante naturale del comportamento umano", don Oreste Benzi ha trascorso la sua vita a dichiarere l'opposto, facendosi promotore di quelle fantomatiche "terapie riparative" che hanno spinto al suicidio migliaia di adolescenti. E quasi non bastasse, il sacerdote minimizzava anche la gravità dello stupro, scrivendo sul Corriere di Romagna del 24 giugno 2005 che «È orrore ciò che i maschi fanno, ma un po’ di colpa, forse molta, l’hanno anche le donne che scoprendosi invitano sempre più il maschio ad approfittare del sesso femminile; non solo invitano, ma eccitano il maschio ad approfittare dell'occasione».

Per questi motivi è stata lanciata una petizione online in cui si chiede al Comune di Catania di rivedere la loro decisione di dedicare strade ad omofobi che inveivano contro le donne vittime di stupro.
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