Toni Brandi di Provita Onlus denunciò una libera opinione. Il tribunale assolve Giampietro Belotti


Quelli per cui i reati di matrice omofoba sarebbero "liberà di opinione" avevano cercato di azzittirlo attraverso una denuncia penale. Ora il tribunale ha assolto Giampietro Belotti, noto per essersi travestito da Nazista dell’Illinois ai tempi delle Sentinelle in piedi, ritenendo che il giovane avesse esercitato il suo lecito diritto di critica contro l'omofobia promossa da Provita Onlus.
I fatti risalgono al 14 ottobre 2015, quando Belotti aveva pubblicato sulla sua pagina Facebook un primo piano di Brandi con un virgolettato preso da un’intervista in cui esortava a «bloccare l’educazione sessuale nelle scuole perché l’obiettivo è quello di arricchire le industrie della pornografia e della contraccezione e preparare carne fresca per i pedofili». Accanto, il commento: «Avete mai visto la faccia di uno che si fa le seghe sulle videocassette de L’albero della vita?».
Brandi, a nome di Provita Onlus, lo denunciò per diffamazione attraverso l'opera di Gianfranco Amato, ossia l'avvocato noto per le sue conferenze sul fantomatico «gender» che co-fondò il partito omofobo di Adinolfi, in quella propensione della sua organizzazione ad usare la magistratura a scopo intimidatorio contro la libertà di espressione altrui. Il giudice Elena Kildani ha rigettato le accuse ed ha riconosciuto che quel post era tutelato dal diritto di opinione e di parola. Ed è così che Belotti è stato assolto «perché il fatto non costituisce reato».
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