Trump vuole festeggiare il Santo Natale con tre esecuzioni capitali, conquistando il record per il maggior numero di detenuti uccisi in un anno


È forse per festeggiare cristianamente il Santo Natale che l'ex presidente Donad Trump, apprezzatissimo dai fondamentalisti cristiani, annuncia di voler uccidere tre persone prima di lasciare la sua poltrona.
«Nessuno ha mai tentato di eseguire così tante condanne a morte a livello federale, mai in un tempo così breve. E nessuno lo ha fatto in un modo che ignora così palesemente lo stato di diritto», ha dichiarato Robert Dunham, direttore esecutivo del Death Penalty Information Center, a Newsweek.
Brandendo la Bibbia in mano, a luglio Trump ha ordinato la ripresa delle esecuzioni federali e già il 14 di quel mese ha ottenuto l'uccisione di un detenuto dopo una moratoria durata 17 anni. Ed ora intende accelerare per cercare di uccidere altre tre persone prima che il suo successore possa decidere di sostenere le esecuzioni. Con loro, Trump deterrà il record per aver messo a morte più persone in un solo anno di qualsiasi altro presidente statunitense. Inoltre nessuno, prima di lui, ha cercato di uccidere dei detenuti nel periodo di transizione.
Le prossime esecuzioni in programma sono quelle di Lisa Montgomery l'8 dicembre, che rischia di essere la prima donna giustiziata a livello federale dal 1953. Il 10 dicembre potrebbe essere il turno di Brandon Bernard, condannato per l'omicidio di una coppia del Texas nel 1999, quando aveva 18 anni. È dal 1952 che gli Usa non eseguiva una condanna a morte contro una persona di diciotto anni al momento del crimine. La sua terza vittima potrebbe essere Orlando Hall, un nero condannato a morte da una giuria di soli bianchi nel 1994 per il rapimento e lo stupro di una ragazza di 16 anni.
Joe Biden, nel suo manifesto elettorale, ha promesso di eliminare la pena di morte a livello federale e di cercare di convincere gli stati a fare altrettanto. Il 60 per cento degli americani ritiene l'ergastolo senza possibilità di libertà condizionale si auna punizione più appropriata per l'omicidio rispetto alla pena di morte.
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