Cosimo De Matteis vuole punire le opinioni contro i preti che promuovono odio, ma poi dice che i crimini d'odio sarebbero "libertà di espressione"


Il signor Cosimo De Matteis è un fondamentalista omofobo vicino alla lobby di Riccardo Cascioli che risulta anche il referente pugliese del partito estremista "Italia per italiani", una formazione di estrema destra che nel suo programma vuole vietare l'omosessualità e vuole sancire che la Chiesa deve avere diritto di prelazione nel decidere quali diritti civili debbano essere negati agli italiani. Ovviamente dicono anche di voler uscire dall'Europa, di voler stampare la loro moneta e di voler cacciare qualunque persona non risulti bianca ed eterosessuale come loro.
Sui social, il signor De Matteis si presenta con un'immagine raffigurante un crocefisso e di fa chiamare "il bene vincerà" . Ed è a nome di Gesù che pare divertirsi a vomitare il suo odio contro le minoranze, arrivando a sbraitare come un indemaniato che i vescovi dovrebbero sancire che Dio è odio e che l'unica funzione della religione sia quello di legittimare i crimini d'odio commesso contro le vittime della sua propaganda d'odio:


Nel suo articoletto, è ricorrendo al solito vittimiamo dei fondamentalisti che De Mattei si lamenta che nessuno vieti di poter esprimere dissenso da un prete che dice sciocchezze. Ed ovviamente si inventa che quel prete sarebbe stato criticato per aver annunciato il Vangelo, asserendo che a dirglielo è quel tizio pagato da Riccardo Cascioli che firma articoli in cui chiede che ai gay venga negato il funerale:

Ennesimo intollerabile attacco alla Chiesa, vittima ancora una volta un Sacerdote –don Bruno Borelli di Erba (Como, ma Diocesi di Milano)- la cui unica “colpa” è quella di annunciare il Vangelo.
La vicenda è ottimamente descritta da Andrea Zambrano e pertanto non la raccontiamo nei dettagli ma è giunto il momento che la Cei ed i singoli Vescovi – a partire, in questo caso, da Mons. Delpini che è l’Ordinario in questione- parli chiaramente in difesa dei suoi Sacerdoti vittime -come in questo caso don Bruno- di attacchi assolutamente intollerabili.

Il sacerdote in questione aveva cercato di usare il pulpito della sua chiesa per incitare i suoi parrocchiani all'odio, asserendo che aborto, divorzio e omosessualità sarebbero «azioni intrinsecamente cattive». Secondo De Matteis, vomitare odio sarebbe dunque un modo per annunciare i vangeli anche se Gesù non disse mai nulla contro gay, divorziati e libertà di scelta delle donne. Da lì si passa a dire che don Livio deve poter usare la sua emittente per sostenere che il Covid-19 sia «un piano diabolico», magari condendo il tutto con una buona dose di disinformazione:

E’ di pochi giorni fa il polverone sollevato contro padre Livio Fanzaga e la Emittente cattolica che dirige – e da parte dei Vescovi non vi è stato il minimo cenno. Sempre in queste settimane due altri Presbiteri sono stati pesantemente attaccati dai media nazionali.

Asserito che lui esige si vieti la libertà di opinione nei confronti dei sacerdoti, il fondamentalista passa a dire che i vescovi dovrebbero dire che i crimini d'odio commessi in virtù dell'identità di genere o dell'orientamento sessuale dovrebbero essere intesi come "libertà di espressione" come ama sostenere il suo Cascioli e le altre organizzazioni sedicenti "cattoliche " che si battono contro i diritti della minoranze:

La Cei dica qualcosa. E se necessario ribadisca la chiara presa di posizione espressa il 10 Giugno di quest’anno (vedi qui) : se quelle non erano parole di circostanza -e non vogliamo neppure pensarlo- allora si ribadisca il vostro giusto “guardare con preoccupazione alle proposte di legge attualmente in corso di esame presso la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati contro i reati di omotransfobia”.
E si ribadisca fortemente il concetto che “un’eventuale introduzione di ulteriori norme incriminatrici rischierebbe di aprire a derive liberticide, per cui – più che sanzionare la discriminazione – si finirebbe col colpire l’espressione di una legittima opinione”.

Pare una barzelletta, ma signor Cosimo De Matteis pare voler sostenere contemporaneamente che si debba vietare ogni opinione contro le parole pronunciate da un prete mentre dice che i crimini d'odio sarebbero una "libertà di opinione" da tutelare. Ed il minestrone diventa tragicomico quando lo troviamo capace di scrivere:

Quelle derive liberticide sono già realtà: l’attacco –in diretta televisiva!– a don Bruno Borelli, ed analoghi trattamenti riservati ad altri Sacerdoti (per esempio a Don Andrea Leonesi, saggiamente e prontamente difeso dal suo Vescovo, senza ricordare l’incredibile episodio di Gallignano dove un Carabiniere giunse fin l’Altare) lo dimostrano.
Per esempio, si ribadisca con decisione e chiarezza che “sottoporre a procedimento penale chi ritiene che la famiglia esiga per essere tale un papà e una mamma – e non la duplicazione della stessa figura – significherebbe introdurre un reato di opinione. Ciò limita di fatto la libertà personale, le scelte educative, il modo di pensare e di essere, l’esercizio di critica e di dissenso.”. Cari vescovi, nostri Pastori, per favore: non traditeci e non abbandonateci.

Se ovviamente le teorie sostenute da De Matteis sono falsa testimonianza dato che la legge Zan non imporrebbe la tolleranza a chi ha fatto del disprezzo per la vita il suo cavallo di battaglia, pare patetica la violenza con cui il signorino sputa sui gay davanti a temi che non riguardano neppure l'omosessualità, come la sua difesa dei sacerdoti che violano la legge e tentano di ammazzare i fedeli che frequentano le loro chiese violando le disposizioni sanitarie vigenti.

Da l' passa a chiedere che i suoi seguaci sottoscrivano una sua iniziativa volta a schedare chiunque non neghi l'emergenza sanitaria e non si faccia promotore di quell'irresponsabilità che già ora sta provocando la morte di centinaia di persone ogni giorno:


I nome mi piace paiono lasciar intendere il successone della sua iniziativa, anche se forse ci sarebbe da sperare che chi si è fatto promotore del negazionismo possa essere un giorno chiamato a risponderne in tribunale dato che ci sono persone che sono morte a causa loro.
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