All'università Europea di Roma, insegnano che l'omosessualità «è una malattia da curare e da prevenire»


L'omosessualità «si può configurare ad un certo stadio di esercizio più come una malattia da trattare, che come un vizio deliberato». È quanto si legge a pagina 506 del testo unico obbligatorio d’esame scelto dalla docente Claudia Navarini per l'esame di "Filosofia della vita e bioetica" presso l'Università Europea di Roma.
Il testo in discussione, edito nel 2012, è stato scritto dal cardinale Elio Sgreccia. Esame, il quale ha deliberatamente deciso di ignorare le evidenze dell'Oms nel suo tentare di patologizzare l'omosessualità. Ed è appare aberrante che una università riconosciuta possa farsi promotrice di dati ascientifici vomitati all'unico scopo di indottrinare gli studenti all'odio.
Nel volume, il vescovo Sgreccia sostiene anche che «va ritenuta un’anomalia da prevenire e da curare e correggere, perché la sessualità ha un orientamento oggettivo eterosessuale». Passa poi a dire che la libertà di scelta delle donne è inaccettabile, che bisogna rigettare fecondazione artificiale eterologa e il sesso al di fuori del matrimonio. E tutto questo ritenendo che quei precetti da bigotto siano un testo obbligatorio da imporre a futuri psicologi che sono chiamati a rinnegare la scienza se non vogliono essere bocciati all'esame.
L'Università Europea di Roma non è statale, ma rilascia titoli di studio aventi valore legale. Fu fondata nel 2004 dalla congregazione religiosa dei Legionari di Cristo e sostiene di far parte della «grande tradizione delle istituzioni educative della Chiesa cattolica».
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