Caduto il governo, che fine faranno il ddl Zan e i rifugi per i gay cacciati da genitori omofobi?


Saranno probabilmente i gay a pagare il conto più salato per la caduta del Governo Conte volta da Renzi. Il ddl Zan, ormai in discussione da più di vent'anni anche se con nomi diversi, non approderà in aula a febbraio. La sua sopravvivenza sarà incerta se Conte dovrà affidarsi ai bigotti dell'Ucd, mentre è prevedibile il suo totale affossamento se i populisti saliranno al governo urlando come indemaniati che loro ritengono che i crimini d'odio siano una "libertà di espressione".
E se Provita Onlus diffonde la fake news del fantomatico «genitore 1 e genitore 2» a fronte della proposta di reintrodurre la dicitura «genitore o chi ne fa le veci» sui documenti di richiesta della carta d'identità elettronica per gli under 14 (sostituita da Salvini con una specifica sul sesso dei genitori voluta dalle lobby integraliste), andrebbe ricordato che la Lamorgese non ha ancora firmato nulla e neppure potrà farlo, motivo per cui Pillon otterrà che sui documenti dei suoi figli sia indicato che lui ha un pene tra le gambe.
Manca poi una firma per sbloccare i fondi stanziati ad agosto per i rifugi destinati ai ragazzi cacciati dalle loro famiglie perché gay, motivo per cui è probabile che quei ragazzi dovranno restare per strada dopo essere stati ricoperti di insulti dai leghisti e dai fondamentalisti.
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