Continua l'attacco di Zaira Bartucca contro Gayburg. Un tale promette: «Cercheremo materiale da usare offensivamente contro il paese dei finocchi»


È proseguita anche oggi l'incessante campagna diffamatoria condotta contro Gayburg dalla populista Zaira Bartucca. Rilanciata da Mario Adinolfi, anche quest'oggi la populista è ad inventarsi falsi accostamenti con quella pedofilia di cui si diverte ad accusare tutti.
In riferimento all'articolo in cui criticavamo un post di Adinolfi contro il diritto di scelta delle donne argentine e il suo sostenere che anche le donne italiane dovessero essere obbligate a produrre figli secondo il modello sovietico, scrive:


Non si capisce quale sarebbe "il colpo di spugna" in un titolo che è stato modificato con tanto di nota in cui si che spiegava la decisione, ossia la mistificazione del significato della frase da parte di Mario Adinolfi e di Zaira Bartucca. Come abbiamo più volte ribadito, abbiamo solo osservato che le pretese di Adinolfi avrebbero avuto ricadute anche sulla sua stessa prole.
E neppure si capisce perché mai la signora Zaira Bartucca sostenga che le figlie di Adinolfi non sarebbero donne. Ed è un'asserzione abbastanza buffa, dato che il loro papà le definiva tali già cinque anni orsono:


La parte censurata è il nome e il cognome da lui resi pubblici. Se è opinabile si possa considerare «contro le figlie di Adinolfi» un titolo che semplicemente gli ricordava che le sue pretese avrebbero avuto effetti anche su di loro, a noi pare abbastanza imbarazzante il loro tentativo di usare delle minorenni per tenere in piedi una una polemica basata sulla mistificazione che sembra non appassionare neppure i loro seguaci. E neppure è chiaro se i due vogliano accusare di «pedopornografia» qualunque persona abbia una figlia e si batta per i diritti delle donne pensando a quando i loro figli cresceranno.

Tra i commenti, arrivano i soliti insulti omofobi:


Da copione, la Bartucca ha ripreso il materiale prodotto nella giornata di ieri un professore di scuola media che ha spalleggiato il tizio che diceva che noi "dobbiamo essere chiusi" perché "danneggeremmo la comunità lgbt". Per ore ci hanno coperto con derisioni, offese e insinuazioni che li hanno visti chiamare in causa persino il Telefono Azzurro. Lo hanno fatto con un atteggiamento in stile squadrista che a noi è parso molto simile al bullismo.
Ovviamente il link della Bartucca non cambia nulla, dato che non rineghiamo quanto detto. E forse neppure loro hanno trovato un qualcosa a cui appigliarsi, dato che riguardo al testo si sono dovuti lanciare nel sostenere che le figlie di Adinolfi non sarebbero donne. Avevano potuto manipolare il titolo perché la brevità non ci aveva permesso di risultare sufficientemente chiari nell'esporre il senso della frase.

Senza spiegare che gli «attacchi» di cui parla il soggetto non sarebbero sarebbero che gli screenshot anonimi in cui abbiamo testimoniato il tentativo della Bartucca di usare quelle frasi per diffamarci sul suo profilo mostrando un tale che invocava il Telefono Azzurro contro di noi, la signora ha ovviamente diffuso il materiale da loro prodotto per decontestualizzarlo ed usarlo a fini diffamatori:


Insomma, il soggetto dichiara sotto la sua responsabilità penale che ni non dovremmo poterci difende da un Mario Adinolfi e da una Zaira Bartucca che ci accusano di «pedopedofilia».
Ma dato che a noi piace contestualizzare i fatti, basta anche solo guardare cosa hanno scritto quando li abbiamo bloccati dopo ore di insulti e di illazioni diffamatorie:


Non sappiamo quali sarebbero «i post diffamatori», ma sappiamo che si riferiscono a noi quando ci ribattezzano come «il paese dei ricchioni» a cui piacerebbe «la rottura di cul*». Ci informano anche di voler calpestare i nostri diritti, promettendo che da oggi in poi decideranno il loro tempo a cercare «qualsiasi cosa che possa essere usata offensivamente» contro di noi. Insomma, dichiarano pubblicamente di voler partecipare ad una campagna diffamatoria.

Per la cronaca, abbiamo semplicemente cancellato i messaggi in cui rispondevamo a decine e decine di accuse e provocazioni gratuite, ritenendo che fosse meglio bloccare e togliere dalla timeline chi cercava solo di provocarci. Un esempio su tutti è la polemica che hanno cercato di costruire quando abbiamo chiesto perché dicessero di voler usare "l'artiglieria pesante" per farci "guerra", ovviamente accompagnata dai soliti sfottò o da false accuse che sembrano finalizzate solo a creare discredito contro di noi. Insomma, un tentativo di portarci all'esasperazione, magari con l'obiettivo di produrre materiale diffamatorio attraverso il loto parlare di imprecisati messaggi che ci accusano di aver scritto. Caso vuole spuntino poi anche collegamenti tra loro ed Enzo Pennetta, mentre si lamentano che il riconoscimento dell'identità di genere sia un diritto, che ci siano gay nei telefilm o che un uomo che sposa una donna non sia ritenuto gay (davvero!). Fatto sta che quella cacciara li porta a scrivere questo:


Esatto. Ci definiscono «checché isteriche senzapalle» semolicemente perché li abbiamo bloccati dopo ore si insulti ed insinuazioni al posto di subire in silenzio la loro aggressione. Intanto uno dei tre si è rivolto alla Zaira Bartucca, descrivendoci come dei mitomani che vedrebbero complotti ovunque (non come lei, che pensa che il 5G serva ad ucciderci o che la pandemia non esista). Ed ovviamente il messaggio diventa la solita occasione per accusarci di «censurare le opinioni»:


Ed è bellissimo vedere il profilo della Bartucca che promette di cancellare i post usati per la su propaganda mentre li lascia ancora tutti lì (almeno, al momento della pubblicazione di questo post), semplicemente con l'aggiunta del nuovo messaggio usato come pretesto per lanciare accuse infondate e raccontare che noi "censureremmo" quello che in realtà stiamo pubblicando.

Oppure è sempre sul suo profilo che ci regala questo:


La signora ci insulta dicendo che noi l'avremmo accusata di dare nomi falsi e riferimenti a ragazzini resi vittime delle sue fake-news sotto al post in cui offre nomi falsi e riferimenti a ragazzini resi vittime delle sue fake-news. Dichiara anche che le figlie di Adinolfi sarebbero "vacche da monta", attribuendoci quel delirante pensiero che mai abbiamo espresso.
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