Gli adinolfiniani, tra omofobia e Medioevo


È inquietante osservare la ferocia e l'odio che pare animare il partitino di Mario Adinolfi, un sedicente "soggetto politico" che nasce e vive unicamente sull'odio omofobico. Ogni loro scritto, pretesa o ingiuria sottolinea una ideologia suprematista che li spinge a non battersi per i propri diritti, ma a lottare contro i diritti altrui quasi come se il loro unico scopo fosse quello di danneggiare quante più vite gli sia possibile.
Il nostri immaginario collettivo ci propone un Peter Pan dove le fate morivano quando qualcuno non crede in loro. Ed anche nella Storia Infinita, Fantasia veniva distrutta da chi non ci credeva. Viviamo dunque in una cultura in cui negare l'esistenza di qualcosa è un atto ancor più violento del battersi contro di essa: dicono che non vogliono vederti, non gli interessi e voglio impedirti di esistere in modo che tu non possa infetidire il loro menefreghismo e la loro convinzione di essere il riferimento su cui basare ogni condanna per chi è diverso da loro.

A fornirci un esempio di questa ideologia è l'adinolfiniana Sara Reho, una candidata di Adinolfi che dice di sentirsi «discriminata» dalla mancata discriminazione delle donne trans. Sui social network la troviamo impegnata a sbraitare con violenza che lei esige che agli altri sia imposto l'identità che lei vuole imporgli e non quella che Madre Natura ha donato loro:


Con un'arroganza da vomito, la signora Sara si inventa pure che la famiglia verrebbe «difesa» dal suo odio contro le famiglie non conformi ai suoi pruriti sessuali e si affrettata diffamare i gay dicendo che manifesterebbero «col culo all'aria» in quel suo offrire una falsa testimonianza riguardo ai pride. D'altronde perché non dovrebbe raccontare fake-news finalizzate all'istigazione all'odio davanti ad un pubblico adonolfiniano che è stato addestrato a fare branco contro i più deboli?


Imbarazzante è anche la ferocia con cui questi estremisti insultano la giornata mondiale contro l'omofobia attraverso il loro squallido e ideologico tentativo di calcare sempre e solo la GpA anche quando il tema è il contrasto alle discriminazioni. Tanto loro giurano sulla vita di Adinofi che non esisterebbe alcuna omofobia, tornando a quella loro ideologia basata sul negare l'esistenza di tutto ciò che interferisce con il loro odio verso il prossimo.
E difatti, passa ben presto a chiedere leggi per punite chi non discrimina i gay, inneggiando a quella loro "dottoressa" che va in giro a dire che l'omosessualità sarebbe "un comportamento appreso". Inventandosi che i gay non esisterebbero e che esisterebbero fantomatiche "lobby", è sostenendo che la realtà scientifica sarebbe una "opinione" visto che loro vogliono scegliersi la loro "verità" per imporla alle loro vittime, scrive:




La discepola di Adinolfi ci regala anche una curiosa tesi volta a sostenere che i vescovi abbiano diritto di prelazione sulle leggi dello stato. In difesa di chi commette reati d'odio dettati dell'orientamento sessuale o dell'identità di genere delle vittime, scrive anche:


Elargendo tags ancor più casaccio del solito (scrivendo pure al Grande Fratello e ad X-Factor!), propone di regalare di dare mille euro per «stare a casa» purché a curare la prole sia la donna:


Ma, secondo voi, si può definire "politica" quell'accozzaglia di sessismo ed omofobia di cui Adinolfi si fa promotore? E se forse la signora Sara spera di poter poltrire a casa mentre gli italiani che lavorano vengono costretti a mantenerla, chissà se ci spiegherà dove spera di trovare quei fondi dato che l'Italia non ha fondi neppure per pagare scuole e sanità pubblica...
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