Mario Adinolfi si inventa fantomatici «riferimenti pedoponografici» alle sue due figlie (ma non erano tre?)


È accodarsi alle deliranti accuse inventate da Zaira Bartucca che Mario Adinolfi si è lanciato nel sostenere che le sue due figlie sarebbero vittime di «riferimenti pedopornografici» da parte di Gayburg perché in un articolo ricordavamo che il suo dichiararsi contrario al diritto di scelta delle donne avrà ripercussioni sulla sua stessa prole. Parla però di due figlie: la terza figlia, concepita dalla prima moglie, deve averla scordata. O fose era maggiorenne e candidata col suo partito, dunque incompatibile con il suo voler tentare di sostenere questa sua folle tesi?


Ovviamente è del tutto falso che noi non saremmo querelabili, semplicemente per sporgere querela è necessario che l'accusa sia vera e non campata in aria come quando Adinolfi si inventò che noi l'avremmo minacciato di morte. Ed è un po' curioso tenti di definire «riferimenti pedopornografici» delle semplici opinioni di chi rimane basito davanti ad un padre che vuole togliere il diritto di scelta alle sue stesse figlie.
Era inoltre evidente che si parlasse del ruolo femminile che avrebbero avuto una volta adulte e pare un po' inquietante che Adinolfi e i suoi seguaci abbiano potuto potuto un discorso incentrato sul diritto delle donne adulte su delle bambine.

Eppure non si diceva nulla di nuovo, dato che Adinolfi fa un vanto del suo voler negare il diritto delle donne attraverso il suo "sogno" di imporre il suo volere attraverso un rifiuto a garantire i diritti altrui (mentre poi pretende le chiese aperte in piena pandemia):



Neppure è la prima volta che le sue tesi portano qualcuno a pensare che lui punti ad una visione della donna ricondotta unicamente alla produzione di prole:


Persino riguardo alla sua seconda moglie, dichiarò di averla scelta molto più giovane di lui in modo che il suo utero potesse risultare maggiormente produttivo. Fatti suoi, verrebbe da dire. Peccato che fu lui a rendere pubblica la vicenda, proponendo lui e la sua seconda moglie come esempio da imporre quando insultò Macron attraverso il suo sostenere che la moglie fosse troppo vecchia e che quindi non sarebbe stata una proficua produttrice di prole (ancora una volta in conformità alla sua visione del ruolo della donna di cui parlavamo).
Riguardo ai termini usati, il paragone tra umanità e vacche è stato scelto da Adinolfi come sottotitolo al suo libro omofobo, ossia "Voglio la mamma - Contro i falsi miti di progresso nella notte in cui tutte le vacche sono nere". E nel commentare un Adinolfi che chiede l'impiego delle donne nella massiccia e forzata produzione di figli, il parallelo scelto era alle mucche impiegate per la produzione di vitelli, ossia le vacche da monta.

Se poi lui pretende di poter interpretare letteralmente le parole per ricamarci attorno, che dovremmo dire del suo considerare le donne «tr*ie» e i maschietti «rottincu**»?


Eppure il pensiero viene ribadito in un secondo messaggio pubblicato su Facebook, in cui Adinolfi dice che noi saremmo «feccia». Lo ha fatto solo dopo aver sorvolato sull'evidenza di come il tema di discussione fosse il nostro essere favorevoli al diritto di scelta delle donne argentine mentre lui sosteneva che si dovesse imporre il modello sovietico volto a chiedere la produzione di bambini da poter impiegare nel lavoro o come soldati:


Peccato che a noi non risulti che la Boldrini voglia togliere diritti civili ai suoi figli o che Vendola fissi delle quote di produzione minimi richieste alle donne. Ed è interessante osservare come Adinolfi scopiazzi dalla Bartucca la sua richiesta di censura da parte di Google di chiunque esprima opinioni non conformi al loro pensiero unico. Un pensiero che non pare poi così rispettoso nel loro rappresentare alcuni bambini come oggetti messi in un carrello della spesa on in cui li si paragona a della "merce".

Tra i commenti, oltre ai soliti insulti dei leader del suo partito omofobo, c'è chi dice che i gay vadano "curati" e chi lo invita ad assoldare degli hacker per impedire ogni opinione contraria al loro pensiero unico. Alcuni dicono anche che il loro Mario Adinolfi li porta a dichiarare pubblicamente che i gay sarebbero tutti dei pedofili e che bisognerebbe arrestare chi non vuole internarli con la forza. Su Twitter, alcuni sfegatati di Adinolfi si sprecano nei loro soliti insulti omofobi.:




Altri dichiarano di non comprendere di cosa stia parlando:












La situazione peggiora su Facebook, dove si concentra lo zoccolo più integralista dei suoi adepti. Ed è lì che leggiamo:











Ed ancora:






Luigi Mercogliano, leader del partito di Mario Adinolfi a Napoli, aggiunge pure:


Si passa così a quelli per cui i reati d'odio sarebbero "libertà di opinione" che invocano la censura:


Tornano poi le solite fake-news di Zaira Bartucca e i suoi falsi nomi dati in pasto ai violenti e rancorosi seguaci del fondamentalista (col rischio che la loro falsa testimonianza possa portare ad aggressioni o pestaggi):


Troviamo anche un signore che si dichiara "giornalista" che chiede a Mario Giordano di offrire visibilità ad Adinolfi davanti alla sua mistificazione:


Chi ha fede sa che il signor Adinolfi verrà un giorno chiamato a rispondere della sua falsa testimonianza. Ma chissà su quali basi il signor Fabrizio ritiene che si possano accusare onesti cittadini di reati penali sulla base di quello che dichiara Adinolfi, senza il supporto di una qualche sentenza e dunque in contravvenzione ai più basilari diritti costituzionali.
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