Luca di Tolve su Medjugorje TV: «Omosessualità è dipendenza come il cibo per i pazienti del dottor Nowzaradan»


Dopo aver tramesso i congressi "anti-gender" di Povia e Gianfranco Amato, ancora una volta è l'emittente Medjugorje TV a mandare in onda un surreale programma di Luca Di Tolve in cui si sostiene che l'omosessualità sarebbe una "scelta" deliberata e "un problema" da risolvere.
Di Tolve è tristemente noto per la sua gestione di una "onlus" che fattura sul commercio delle fantomatiche "terapie riparative" teorizzate da Nicolosi, completamente screditate dalla scienza ufficiale e provare causa di innumerevoli adolescenti spinti al suicidio o ad atti di auto-lesioniamo inferte da chi tenta di inculcare in loro un forte odio verso la loro natura nella speranza che siano spinti a fingersi eterosessuali.

Ad esempio, lo scorso 13 gennaio Di Tolve ha raccontato che l'omosessualità sarebbe un qualcosa da cui «uscire» in quel parallelismo con la tossicodipendenza che tanto piaceva a Nicolosi. Lo ha fatto proponendo la «testimonianza» di una sua collaboratrice, in un atteggiamento paragonabile ad un venditore che volesse convincervi a comprare il suo prodotto perché lo consiglia anche il suo socio in affari. Tirando in ballo anche i sedicenti "pro life", citando gli slogan di Gandolfini, menzionando l'organizzazione forzanovista Provita Onlus e chiedendo l'affollamento del contrasto ai crimini d'odio dettati dell'orientamento sessuale delle vittime, su una delle sue pagine Facebook scrive:


Nella puntata in questione, il signor Di Tolve viene proposto come «formatore e coach» ed esordisce dichiarando che quella sua trasmissione sarebbe stata «benedetta dalla Madonna» o che il suo seminario «sarebbe un bagno dentro lo Spirito Santo». Afferma anche che ci sono state «molte persone che hanno avuto un problema di omosessualità» in quel suo anticipare la modalità con lui tenta di affrontare tema dinnanzi a persone che hanno problemi ad accettarsi: lui va da loro e gli dice che la loro natura sarebbe «un problema» e che Dio li odia per ciò che sono. Invita anche gli spettatori a segnalargli persone che hanno «un problema di omosessualità», magari auspicando di poter ampliare il suo business.

Insieme al membro del suo staff, parlano di omosessualità come di una «sofferenza» sostenendo che sia colpa «delle multinazionali» se le persone «decidono» di essere gay. Numerosi sono anche i riferimenti alla teoria di Nicolosi per cui l'omosessualità sarebbe conseguenza di una imprecisata «ferita» che andrebbe «curata» per uniformarsi agli stereotipi che loro dicono sarebbe Dio a volere. Dato che il pubblico a cui si rivolgono è composto da persone che non si accettano, è facile presumere che vogliano aggravare la situazione di chi già crede di non essere conforme alle aspettative sociali, attribuendo a Dio il volere delle lobby integraliste. Ed è così che la sua ospite viene presentata come una donna che poteva realizzarsi unicamente «come moglie e come madre», asserendo che Dio la volesse fare e mai lo sarebbe potuto essere senza concedere la sua vagina ad un pene eretto. Nei loro discorsi non si parla mai di amore per l'altra persona, ma solo della funzione biologica che l'altra persona potrebbe svolgere per il raggiungimento dei propri scopi (voi un figlio e i sedicenti "cristiani" di impediscono di poterne adottare uno? Allora ti serve una donna da usare come oggetto finalizzato ad ottenerne uno senza che loro ti ostacolino).

Tra i passaggi peggiori c'è il suo paragonare i gay ai protagonisti di Vite al limite, ossia il programma di Real Time che segue persone patologicamente obese che, partendo da un peso iniziale di circa 250–350, tentano di dimagrire attraverso un bypass gastrico eseguito dal chirurgo Younan Nowzaradan.
Ovviamente dice che i Gay Pride e i programmi televisivo sarebbero sbagliati perché non passerebbero l'idea che essere omosessuali dovrebbe essere ritenuto «un problema». Se ne esce pure affermando che «il gender è un abuso» o che la Legge Zan sarebbe un «abuso» sui minori, passando dal deridere la violenza sulle donne all'affermare che lui collabora con presunti "psicoterapeuti" che dice di non poter nominare perché potrebbero "aver problemi" per le loro attività. Afferma poi che l'omosessualità sia colpa delle multinazionali e che esisterebbe un'agenda mondiale che mira a creare omosessualità al fine di incentivare il consumismo. Insomma, ci mancava solo il sostenere che i gay sono colpa del 5G e avrebbe fatto l'ampliane.

Per darvi un'idea del tenore e dei contenuti programma, abbiamo condensato in circa un quarto d'ora una puntata di oltre un'ora:


L'ossessione delle lobby omofobe per la patologizzazione dell'omosessualità non è una novità, dato che sono ormai anni che sui social pubblicano porcherie come queste:


Nel suo proporsi come quello che vuole "aiutare i gay" a sposare donne da ingravidare in quanto ritenute funzionali alla produzione di prole, caso vuole che Di Tolve ometta di raccontare di come lui cercò intenzionalmente di contagiare con l'HIV quante più persone gli fosse stato possibile in tempi in cui l'HIV uccideva e molti altri dettagli che renderebbero molto meno credibile il suo sostener che non sia l'odio contro i gay (da lui incolpati per il suo aver contratto l'HIV mentre praticava sesso occasionale nei parchi) dietro alla sua attività.
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