Ora basta! Adinolfi si scusi per le insinuazioni calunniose e diffamatorie della sua Sara Reho


Se è pur vero che ogni frase scritta dai proseliti di Adinolfi è una testimonianza del bullismo e della violenza incarnata da quel suo partitino fondato sull'odio, certe insinuazioni deliranti e offensive non possono essere tollerate.
Pretendiamo dunque le scuse di Mario Adinolfi davanti alle aberranti, violente ed intollerabili insinuazioni che la sua Sara Reho si è divertita a scrivere contro di noi mentre giocava far branco insieme ai dirigenti del suo partito. La signora ha infatti osato insinuare che noi potremmo anche solo lontanamente provare «invidia» per una adinolfiniana. Ovviamente è calunnia, dato che il solo ipotizzare che potremmo non essere disgustati da chi chi è vicino a quel suo covo di omofobi è un'offesa intollerabile! E neppure è la prima volta che la signora si lancia in una simile affermazione diffamatoria ed infamante!

In quel loro divertirsi a offendere e insultare chi denuncia la ferocia con cui gli aderenti del partito di Adinolfi si scagliano contro le famiglie e contro gli adolescenti ritenuti non conformi ai pruriti sessuali del loro leader, è vantandosi del loro uso propagandistico dei bambini per chiedere la sistematica persecuzione di chiunque non sia gradito al loro pensiero unico che scrivono:






Dato che non è il medico a suggerire alla alla signora Sara Reho e ai suoi amichetti di perseguitare e offendere la dignità di migliaia di onesti cittadini italiani sulla base del loro orientamento sessuale o identità di genere, è normale che le pretese liberticide di un partito politico (anche se fa ridere chiamare così la setta di Adinolfi) debbano poter essere discusse e respinte. Quini ha poco da fare la bulletta, soprattutto se i suoi insulti arrivano a ipotizzare una cosa così infamante come il poter ipotizzare che potremmo «invidiare» gente simile. la gravità di una simile accusa non sarebbe molti dissimile dall'accusarci di invidiare i mafiosi, i terroristi o gli assassini.

E cos'hanno da nascondere questi signori se si dicono preoccupati all'idea che qualcuno possa rendere pubblici i pensieri e le opinioni dei loro membri? Non pare infatti normale che si traccino le vesti davanti a chi esprime dubbi e perplessità sulle dichiarazioni pubbliche di persone che vorrebbero essere votate per infliggere la loro ideologia discriminatoria ai bambini.
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