Quei populisti che temono le regole della democrazia


Antonio Socci sostiene che ogni sforzo atto ad impedire la possibilità di fomentare quell'odio che ha aizzato dei terroristi sino al saccheggio del Campidoglio e alla morte di quattro persone sarebbe «censura». E dato che ai populisti piace creare false contrapposizioni, si lamenta pure che nelle democrazie non vigano le stesse regole imposte dalle dittature.

Rilanciato dal solito don Mirco Bianchi, scrive:


Peccato che se Twitter censurasse un dittatore, la dittatura censurerebbe la piattaforma. Di contro, sarebbe auspicabile che in una democrazia si possa censurare chi viola le regole della democrazia per tentare colpi di stato, fomentando quei violenti trumpiani che vanno in giro travestiti da leghisti con pelli e corna alla Borghezio.
Ma forse i populisti italiani temono la decisione dato che loro campano sulle fake news e sull'incitamento all'odio, molto spesso veicolato sui social network. Basta anche solo pensare ai soldi investiti dalla Lega per veicolare video razzisti sulle bacheche dei minorenni.

Se per loro i crimini sono "libertà di opinione", dovrebbero essere ritenuta tale anche la pianificazione di un attentato terroristico? Si dovrebbe ritenere lecito organizzare assalti e saccheggi? E davvero credono al loro sostenere che l'assenza fisica di Trump basti a non ritenerlo direttamente responsabile di quanto accaduto?
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