Zan asfalta l'omofobia di Giorgia Meloni: «Libera di rimanere nel Medioevo»


Giorgia Meloni continua a proporsi come l'omofoba per cui "cristianesimo" significherebbe chiedere navi da guerra contro chi salva vite umane e che sta sempre dalla parte dei parroci che insultano i cittadini sulla base del loro orientamento sessuale. Ed è così che anche oggi ha voluto ostentare il suo disprezzo verso i diritti civili di chi è sgradito ai neofascisti, scrivendo:

Solidarietà al parroco di Caivano don Maurizio Patriciello, accusato dall’Arcigay di Napoli di “vomitare odio” ed essere uno “speculatore sociale” solo per aver espresso la sua posizione sulla decisione del Governo di reintrodurre “genitore 1” e “genitore 2.

Se la signora non ha mai espresso solidarietà alle vittime di omofobia se non quando ha tentato di cavalcare il caso del padre omofobo che voleva spezzare le mani al figlio chirurgo perché gay, ha condito il suo post con l'estratto di un articolo confessionale in cui si dava falsa testimonianza affermanfo:

È esattamente questa la censura dei tolleranti di professione, gli stessi che vorrebbero col ddl Zan introdurre un reato di opinione per punire, mettere in carcere e rieducare chi non piega la testa al pensiero unico. Una follia che continueremo a combattere perché la libertà non può essere discriminata.

Peccato che punire i crimini d'odio non significhi «introdurre un reato di opinione» come a loro piace raccontare nel loro vivere in una menzogna. A ricordarglielo è Alessandro Zan, che sui social scrive:


Insomma, la Meloni continua a lavorare per rendere l'Italia un Paese peggiore di quello che potrebbe essere, usando le fake-news come strumento di propaganda. Va infatti notato come loro parlino falsamente di "genitore 1 e genitore 2" quando in realtà verrà semplicemente reintrodotta la dicitura "genitori o chi ne fa le veci".
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