Adinolfi è eccitato perché crede che una ministra ciellina non potrà che essere complice dei criminali


Con l'arroganza e l'efferata violenza che contraddistinguono il suo stile di vista da pokerista che ha puntato tutto sul business dell'odio, il fondamentalista Mario Adinolfi dice di provare eccitazione all'idea che chi picchia un gay non possa rischiare aggravanti e che chi promuoverà quei crimini non ne dovrà rispondere. La sua tesi si basa sul sostenere che una ciellina come la ministra Marta Cartabia non potrà mai essere coerente con i principi di laicità dello stato e che centinaia di adolescenti gay dovranno pagare l'odio dei fondamentalisti sedicenti "cristiani" contro interi gruppi sociali.
Si anche divertito a insultare gratuitamente I Sentinelli di Milano, asserendo che «vederli schiumare rabbia una piccola soddisfazione la offre». Chissà, magari si farà anche le seghette eccitandosi davanti alle fotografie dei gay che sono stati massacrati di botte mentre lui difendere i loro aggressori e porta sui palchi dei suoi comizi chi invita i genitori omofobi a "curare" l'omosessualità dei figli.

Dalle pagine di Globalist, il fondamentalista Adinolfi ha insistito, sostenendo che la legge Zan per la tutela dai crimini d'odio sarebbe "morto" in virtù di come sostenga che la Gelmini e l'intero partito della Lega saranno sempre dalla parte dei criminali. Continuano ereticamente a usare la religione come presto al suo efferato odio contro il prossimo, minaccia che i partiti «quando intendono rappresentare i cattolici, si ricordino che la Conferenza Episcopale Italiana è contro quella legge nelle parole molto nette a firma del Cardinale Bassetti».
Insomma, i sopranisti dovranno sostenere che la sovranità è dei vescovi e non del popolo e che il loro volere varrebbe più del nostro governo. E tutto questo in nome di quel 0,6% di persone che davanti a Dio saranno chiamati a rispondere di aver messo una "X" sul simbolo del suo partitino suprematista alle scorse elezioni, forse assicurandosi la dannazione eterna.
Ora toccherà al governo sbugiardare Adinolfi e mostrare che lo stato può difendere i suoi cittadini anche quando se vescovi non sembrano aver problemi davanti a chi picchia quei gay che i loro precedessori uccidevano sul rogo.
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