Roma, preside censura il dibattito sull'identità di genere organizzato dagli studenti. Mario Adinolfi la elogia


In quel ritorno al Medioevo che tanto eccitato i senatori leghisti alla Simone Pillon, capta che la preside del liceo Giulio Cesare di Roma abbia deciso di vietare vietato agli studenti di poter parlare di aborto e di identità di genere.
Il collettivo degli studenti denuncia che «tra i corsi che avevamo intenzione di proporre, ne avevamo programmato uno sull'aborto, uno sull'identità di genere e un altro sull'occupazione fascista dei Balcani, ma ci sono stati censurati dalla nostra preside, con motivazioni che riteniamo assurde». Secondo quanto riferiscono gli studenti, la dirigente scolastica Paola Senesi avrebbe ritenuto che fare un corso di informazione sull'interruzione volontaria di gravidanza avrebbe potuto «istigare le persone ad abortire». Per quanto riguarda il corso sull'identità di genere, dice che la discussione sarebbe stata «irrealizzabile» perché «l'identità di genere non esiste». Riguardo all'occupazione fascista dei Balcani, avrebbe sostenuto che il tema «non sarebbe stato svolto secondo un punto di vista oggettivo».

Secondo copione, Mario Adinolfi si è già gettato come un'avvoltoio sulla vicenda, sbraitando che lui approva chi vuole privare dei ragazza dalla loro libertà di espressione. Elogiando la censura, si dice eccitato come una scolaretta davanti alla violenza di chi nega l'identità di genere in conformità a quel suo sostenere che bisognerebbe vietare l'esistenza delle persone trans. è dalla sua paginetta di istigazione all'odio che scrive:


Il suo sostenere che l'identità di genere non esiste e il suo sbraitare in faccia a delle persone che lui non riconosce la loro esistenza dimostra il livello di bassezza etica e morale di cui certa gente pare capace.
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