Achille Lauro saluta Sanremo trafitto da una rosa nel petto


Achille Lauro è tornato sul palco di Sanremo, sanguinando mentre un audio recitava i molteplici insulti che il fondamentalismo e i fomentatatori d'odio hanno vomitato contro di lui. Trafitto da una rosa nel petto, ha voluto denunciare come le parole possano ferire.
L'esibizione è stato introdotta da Giacomo Castellana, primo ballerino dell’Opera di Roma, che ha ballato sulle note di C’est la Vie.
Il suo viaggio nella musica si è poi chiuso con queste parole: «È giunto il nostro momento. La nostra stessa fine in questa strana fiaba. La più grande storia raccontata mai. Maschere dissimili recitano per il compimento della stessa grande opera. Tragedia e commedia. Essenza ed esistenza. Intesa e incomprensione. Elementi di un'orchestra troppo grande per essere compresa da comuni mortali. È giunto il nostro momento. Colpevoli, innocenti. Attori, uditori. Santi, peccatori. Tutti insieme sulla stessa strada di stelle di fronte alle porte del Paradiso. Tutti con la stessa carne debole. La stessa rosa che ci trafigge il petto. Insieme, inginocchiati davanti al sipario della vita. E così sia. Dio benedica solo noi, esseri umani».

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