Ddl Zan. Provita si rivolge a Sgarbi, il quale chiede un divieto all'educazione sessuale nelle scuole


L'organizzazione forzanovista Provita Onlus continua a ripetere che loro, bianchi ed eterosessuali, non sentono alcuna necessità per una legge che tutelerebbe altri cittadini dalla discriminazione. Ed è così che la loro Manuela Antonacci ha firmato un articolo in cui afferma:

Sta facendo discutere e non poco, la questione relativa all’iter del ddl Zan che sembrava essere bloccato per la giusta e ovvia causa dell’emergenza sanitaria che, in quanto tale, dovrebbe avrebbe la priorità su tutto e che dopo essere stato approvato alla Camera lo scorso novembre, arriva al Senato, dove proprio questo pomeriggio inizia la discussione in commissione.
Ricordiamo che uno degli aspetti più controversi della legge e che mostra che il ddl gioca in attacco, più che in difesa, è lo stanziamento di ben 4 milioni di euro per il finanziamento dei corsi improntati all’ideologia gender, nelle scuole di ogni ordine e grado.

In realtà i 4 milioni serviranno a finanziare i centri anti-violenza che offriranno rifugio agli adolescenti cacciati di casa da genitori omofobi, ma la parte più comica è come Provita usi i morti da Covid-19 per sostenere che le vittime di violenza debbano aspettare per poi proporre un'intervista al negazionista Sgarbi, ossia a quel tale che fu cacciato dall'aula perché non voleva indossare la mascherina.

La Antonacci inizia a dire che una legge che prevede aggravanti nel caso di reati d'odio servirebbe a «insegnare ai bambini e ai ragazzi come devono pensarla in materia di sessualità». Ed è il senatore che definiva «culiminio» il matrimonio tra gay a dire che:

Il tema della sessualità, è un tema che dovrebbe essere del tutto estraneo alle leggi, perché non si rende legge la natura e tantomeno si indicano dei modelli culturali che non corrispondono alla natura, per indicare che ogni inclinazione sessuale è legittima. E certamente quello che accade nella natura è legittimo per forza, ma non dev’essere la legge a stabilirlo. Per cui è una normativa intimamente sbagliata.

A questo punto, se in natura esistono i pedofili il signor Sgarbi sostiene che la legge non debba poter stabilire che lo stupro di minorenni sia sbagliata? E davvero ritiene che il sostenere che la natura sia "sbagliata" e che l'omofobo debba accusare l'altro di provare attrazioni "illegittime" sarebbe una libertà? Nel mentre, Sgarbi dice che non bisogna permettere un'educazione sessuale agli studenti:

Il sesso nasce fuori dalla scuola. L’educazione sessuale che già è un’ipotesi fatta da Rosy Bindi anni fa e che io stroncai, perché il sesso, in un senso o nell’altro, segue l’istinto. Quindi non bisogna indirizzarlo correttamente secondo linee di legge, il sesso appartiene alla natura. Per cui quello che non ha capito Zan è che se tu vuoi punire le prepotenze puoi farlo, ma cercare di educare a una condizione sessuale indifferenziata è una cosa grave.

Ed ancora, Sbarabi inizia a dire che la scuola non deve permettersi di insegnare il seso sicuro e le norme che impediranno alle 16enni di restar eincinte:

«A parte l’emergenza economica ma, in qualunque condizione fossimo, covid o non covid, insegnare a scuola il sesso è una violenza contro la libertà del sesso. Il sesso non si insegna a scuola. Anzi, togliere alle persone la naturalezza del sesso, quello che si fa di nascosto, nel pudore, nei rapporti tra adolescenti, non può essere normizzato. Ho cercato di spiegarglielo ma non lo capiscono! Per cui i corsi nelle scuole sono la cosa più abominevole e innaturale che si possa concepire.
1 commento