Il partito di Adinolfi sostiene che l'aggressione di Roma sia falsa: «Le lobbies lgbt creano casi mediatici per fare il lavaggio del cervello ai cittadini»

Il partito omofobo di Mario Adinolfi ha reagito all'ennesima aggressione omofoba lanciando accuse diffamatorie contro le vittime. Attraverso la sua pagina Facebook, la loro Sara Reho scrive:
Ho visto il video dell'aggressione alla stazione della metro di Roma che è avvenuta il 26 febbraio e di cui se ne parla molto solo da sabato sera. La ripresa inizia con un signore che sale sulla banchina e prende a calci e pugni due ragazzi mentre un altro riprende tutta la scena come se fosse un narratore esterno, tanto è vero che il picchiatore non si avvicina a lui e non gli chiede di mettere giù il telefono. Uno dei due ragazzi si nasconde quasi subito dietro una colonna, l'altro indietreggia e non si difende, il tutto mentre la terza persona registrata tutto con il cellulare; di solito, quando si viene attaccati, interviene l'istinto di sopravvivenza che porta la persona a difendere la propria vita e quella dei propri cari. Comunque tre uomini avrebbero potuto tranquillamente bloccare il tizio violento e chiamare le forze dell'ordine, forse avranno avuto paura di reagire, forse. Inoltre nel video non si sente nessuna frase "omofoba" e non si evince "il motivo" di tale aggressione in quanto il filmato inizia quando l'uomo sale sulla banchina opposta.
Ponendosi come la signorina so-tutto -io che dice come gli altro dovrebbero reagire ad un energumeno che ha attraversato due binari per picchiare un ragazzo che stava baciano il suo compagno, la signorina Reho inizia a dire che non esiste alcuna omofobia e che li non capisce perché i fatti siano venuto fuori solo ora. Ed ovviamente dice che a tutte le coppie etero capita di essere aggredite se si baciano in pubblico:
Perché, se il fatto è avvenuto a febbraio, ne parlano solo ora? Perché si parla di "aggressione omofoba" se sul video non ci sono frasi contro le persone omosessuali? Perché nessuno ha reagito? Perché tutto questo clamore mediatico per una cosa che sarebbe potuta capitare (e che a volte capita) a chiunque, visto che le stazioni sono pericolose per tutti?
Negati i fatti, la signorina inizia a dire che si sarebbe trattato di una farsa. Dice di non capire perché i gay pretendono di poter camminare per strada senza rischiare di essere aggrediti dato che lei assicura che i crimini d'odio sarebbero una "libertà":
Subito dopo la pubblicazione di queste immagini tantissime associazioni pro Lgbt e alcuni politici hanno colto la palla al balzo per chiedere l'approvazione del ddl Zan, secondo me non vedevano l'ora di sollevare un nuovo caso mediatico per far approvare questa legge liberticida. Quando una persona aggredisce qualcuno viene già punita dalle normative vigenti con l'aggiunta di aggravanti (in casi come questo "futili e abbietti motivi"), indipendentemente dall'orientamento sessuale della vittima.
Ovviamente la signorina non dice che il decidere le aggravanti sui futili motivi è il giudice, mentre una legge imporrebbe che le aggressioni basate sull'orientamento sessuale della vittima debbano essere ritenute tali. tanto a lei che gliene frega, mica è lei che rischia di essere aggredita.
Ed ancora, dice che chi chiede sicurezza dovrebbe vergognarsi:
I metodi usati dalle lobbies LGBT per far approvare il ddl Zan sono vergognosi e inaccettabili in una democrazia: creare dei casi mediatici per fare il lavaggio del cervello ai cittadini e convincerli ad aiutarli a far pressione sui parlamentari per far emanare una legge liberticida è una cosa tipica delle dittature.
Certo, la nota dittatura delle vittime che non amano essere aggredite. Come no? E chissà se il post della signorina potrà essere denunciato per diffamazione aggravata dato che la seguace di Adinolfi sta praticamente accusando le vittime del reato di "simulazione di reato".