La setta di Cascioli insulta Achille Lauro e si mette ad inveire contro gay, migranti ed islamici


È dalle pagine de La Nuova Bussola Quotidiana che il solito Andrea Zambrano se n'è uscita con un isterico attacco ad Achille Lauro e alla sua libertà di espressione. Ricorrendo a quell'odio religioso che tanto piace alle destre, scrive:

Facile dissacrare i simboli cattolici come ha fatto Achille Lauro a Sanremo. Ormai non indigna neanche più. Provi a farlo con l'islam tagliagole o con i simboli del politicamente corretto (gay, migranti, femminismo) di fronte a cui ci si inginocchia.

Se è opinabile il suo sostenere che Achille Lauro abbia «dissacrato i simboli cattolici» quando molti cattolici potrebbero sentirsi offesi da una Nuova Bussola Quotidiana che pubblica simboli sacri a lato dei suoi articoli di incitamento all'odio, tragicomico è il suo riferimento all'Islam.
A questo punto, potremmo anche noi osservare che è facile fare il fondamentalista che vuole vietare i funerali ai gay dato che lui dice di portarsi a letto solo donne o che è facile starsene sul divano a dire che lui non vuole i migranti visto che non è lui a dover affrontare la traversata del Mediterraneo.

Ricorrendo ai soliti insulti, prosegue:

Si è presentato sul palco dell’Ariston neanche fosse al sambodromo di Rio: piume di struzzo, capelli blu e trucco pesante abbarbicato ad un asta del microfono con due angeli e un Sacro Cuore. Achille Lauro deve aver capito che il genere maudit con punte dissacranti frutta parecchio. L’anno scorso aveva indignato con quelle sue pose da San Francesco e da San Sebastiano, poi le copertine blasfeme come Gesù crocifisso hanno fatto il resto.

Ed ancora:

La canzone è orecchiabile, ha un non so che di ingenuo, ma forse è solo monotonia, scritta da chi non ha neanche idea di che cosa sia una melodia, ma già da diverse settimane è in classifica. Lui è urticante alla vista, semplicemente brutto e per poter dare nell’occhio con i suoi travestimenti deve scivolare nel blasfemo (lo ammettiamo: non avremmo scritto questo articolo se si fosse vestito solo di strass e paillettes), roba che Renato Zero, uno che di travestimenti se ne intendeva potrebbe anche spiegargli che certi confini del sacro non si toccano. Lui non l’avrebbe mai fatto, per lo meno [...] Ma ormai si è capito che Achille Lauro è quel personaggio lì. L’anno scorso aveva indignato, quest’anno nemmeno e non sappiamo se per lui sia in fondo un peccato dato che se non fai incazzare qualcuno non sei nessuno. Ormai irridere i simboli della fede non fa neanche più notizia, né uno strepito, né un moto di ribellione, ma di questo non dobbiamo incolpare Lauro, ma guardare in casa nostra, visto che il piano verso l’annacquamento del cristianesimo lo abbiamo inclinato noi, folto e inclito popolo di Dio, rinunciando a chiamare blasfemia ciò che offende prima Dio e poi il suo gregge.

Sempre sostenendo che ciò che offende lui debba essere ritenuto offensivo, inizia a recitare gli slogan più tipici della propaganda fascista. lamentandosi che un italiano so rifaccia alla cultura italiana anziché vomitare razzismo e omofobia come probabilmente lui vorrebbe:

Però facile prendersi gioco sempre della Chiesa cattolica, dei suoi simboli, dei suoi misteri. Prova a farlo con l’islamismo che sgozza gole come fossero panetti di burro, Achillino, e magari inginocchiati verso la Mecca mentre lo fai. Vediamo poi se ti passa la voglia di fare il travestito della disperazione giovanile.
Oppure prova a prendere di mira le categorie sacralizzate e protette dal politicamente corretto, tra cui ci sono anche quei gay ai quali strizzi l’occhio con pose e riferimenti e magari i migranti, o le donne come categoria sociopolitica del femminismo contemporaneo, o tutti quei simulacri di perbenismo di fronte ai quali bisogna inginocchiarsi.

Evidentemente il signorino vede offese a quel Dio che lui usa come arma contro gli altri, ma magari non avrà visto Fiorello che pensava di far ridere deridendo il ballo tra due uomini. D'altronde si sa che il peccato sta spesso nell'occhio di chi guarda...
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