Le fregnacce dell'Uccr


Anche se è da mesi che non scrivono più niente, limitandosi ad intensificare la pubblicità che li porta a fare soldi vendendo odio e disprezzo verso interi gruppi sociali, la propaganda confezionata dall'Unione Cristiani Cattolici Razionali allo scopo di legittimare l'odio contro interi gruppi sociali continua a fare danni.
Tra i pionieri dell'ormai prassi populista che vede i fondamentalisti impegnati nel diramante pseudo-scienza senza alcun confronto serio (un po' come troviamo Silvana De Mari gioca a fare la nozionista della pandemia su Vk e non certo confrontandosi con dei medici), i loro membri hanno investito molte energie nello spacciare teorie omofobe che citassero studi a casaccio. E dato che quel materiale è ancora tutto lì a fomentare odio e a procurargli reddito, capita anche che sedicenti siti "cristiani" vi attingano ancor oggi.
Fatto sta che è contro di noi che un sedicente sito "cattolico" dichiara che «Gayburg dice bugie» perché «l'omofobia non provoca suicidi». E come "autorevole fonte" cita proprio la propaganda dell'Uccr attraverso un loro articolo del 31 gennaio 2017.
In quella sede, il gruppo di omofobi si scagliò contro uno studio della Columbia University che dimostrava l'ovvio, ossia che lo “lo stigma sociale aumenta il rischio di suicidi tra gay”. Ma dato che agli omofobi non piace assumersi le proprie responsabilità, se n'erano usciti col raccontando che il loro Mark Regnerus avrebbe messo in discussione quei dati.
Peccato che Mark Regnerus sia quel prete che da anni cerca di sostenere che i gay non debbano avere diritti, arrivando a curiate "teorie scientifiche" come il suo sostener che le famiglie omogenitoriali sarebbero da vietare perché i loro figli rischiano di essere resi vittima di discriminazione dai fondamentalisti cristiani.

Sempre citano studi a casaccio, tragicomico è come l'Uccr arrivi poi ascrivere:

Nel 2014 il dott. Delaney Skerrett ha guidato un team di ricercatori dell’Australian Institute for Suicide Research and Prevention (AISRAP), i quali hanno scoperto che una delle principali cause di suicidi tra lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali, non era affatto l’omofobia e lo stigma sociale, ma l’altissimo tasso di conflitti domestici con il rispettivo partner (decisamente più alto di quello relativo alle coppie uomo-donna). Secondo altri studi, infatti, le persone omosessuali affrontano tassi decisamente più elevati di violenza domestica rispetto agli eterosessuali e questa potrebbe essere la vera causa dell’alto tasso di suicidi e della vita qualitativamente peggiore purtroppo riscontrata in chi ha tendenze omosessuali. Nasconderlo è la vera discriminazione verso queste persone.

Peccato che questi signori non osservino che il numero di conflitti sia maggiore laddove si subisce maggiore discriminazione, come effetto della violenza psicologica subita. Ed infatti lo studio pare sostenere una teoria un po' diversa da quella che l'Uccr la racconta, dato che i ricercatori scrivono:

Era significativamente più probabile che la depressione fosse menzionata nei casi di suicidi LGBT rispetto ai casi non LGBT. Mentre al 12,4% del gruppo di confronto erano stati diagnosticati disturbi psicotici, non c'erano diagnosi di questo tipo tra le persone LGBT. Le persone LGBT hanno avuto problemi di relazione più spesso, con conflitti di relazione anche più frequenti rispetto ai casi non LGBT.

Insomma, la depressione non sarebbe stata causata da disturbi psicotici ma da conflitti che non necessariamente parrebbero rientrare nella "violenza domestica" come sostenuto dal loro sito. Ed ovviamente i signorini dell'Uccr dovrebbero spiegarci sulla base di queli presunti dati si inventino che i gay avrebbero una «vita qualitativamente peggiore» se negano che sia la discriminazione a renderla tale?
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