Oltre il ridicolo. Gli esorcisti dicono che Sanremo 2021 abbia evocato il maligno


In Italia va bene che si usino i rosari durante i comizi politici mentre si invitano i razzisti a fregarsene dei bambini che muoiono nel Mediterraneo. Va bene che i neonazisti issino un crocefisso su una nave finanziata dall'estremismo di destra che ha il compito di impedire il salvataggio dei naufraghi. Non va bene che Dio possa essere citato in una una condanna ai discorsi d'odio.
Accodandosi a Mario Adinolfi, a Simone Pillon, al vescovo di Ventimiglia, ai camerata di Radio Spada, a don Antonello Iappica e al parroco sovranista di Gatteo a Mare, anche l’Associazione Internazionale degli Esorcisti (riconosciuto ufficialmente dal Vaticano) si è è messo a sbraitare che Sanremo avrebbe evocato il maligno dato che loro si sentono "offesi" dalla condanna dell'odio.

Attraverso un surreale comunicato stampa, è tirando in ballo il Covid-19 che dichiarano:

Mentre l’umanità sta attraversando un periodo caratterizzato dal dolore e dalla sofferenza a causa della pandemia, sul palco dell’Ariston si è raggiunto un livello di dissacrazione, di blasfemia e di vilipendio della fede cattolica davvero inaccettabile. Esibizioni che hanno leso la sensibilità e il credo di milioni di italiani e dei fedeli di tutto il mondo.

Dicono si sia trattato di “una vera e propria escalation, dalla trasgressione estrema all’estremismo del ‘godimento’, il tutto veicolato da immagini, simboli e testi dove al sacro, e addirittura ad un ‘finto sentimento religioso’, si mischia il demoniaco”. “Il tutto con travestimenti dissacranti, scimmiottando contenuti, tra i più sacri della fede Cattolica; dalla corona di spine di Cristo, al suo Sacro Cuore, alla stessa Vergine Maria, poi diffuse e pubblicate sulle copertine delle più svariate riviste divulgative di mezzo mondo”.
Asserendo che loro si sentono offesi da un messaggio di inclusione e di amore, iniziano a dichiarare che quella sarebbe “una modalità che non fa mistero del suo obbiettivo di offendere, ferire e oltraggiare volutamente il sentimento religioso di chi vive la sua fede senza ricorrere a strategie di odio e di offesa nel difenderla”. Per l’Aie, è “una modalità meschina, cinica, e crudele di strumentalizzare la fede cristiana con i suoi contenuti universali per fare spettacolo, ottenere successo, e sbancare in denaro. Il tutto su un palcoscenico nazional popolare, attraverso un canale televisivo pubblico, mantenuto con le tasse dei cittadini e tra questi non pochi credenti. Non è libertà di opinione, quella che ferisce la coscienza altrui, fatta con meditata consapevolezza ed efferata determinazione".
Peccato che molti credenti non si siano sentiti offesi ed è imbarazzante come questi signori mettano le loro ridicole parole in bocca di altri per chiedere la censura dell'amore nel nome di quei fondamentalisti che vanno in giro a sostenere che i crimini d'odio sarebbero "libertà di espressione".
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