Pillon va all'attacco di Louis Vuitton e di Jaden Smith

Nonostante ami sostenere che persino i reati d'odio andrebbero intesi come "libertà di espressione", il senatore leghista Simone Pillon è tornato a sbraitare che a lui non sta bene che gli altri possano esprimersi come meglio credono. Nella fattispecie, il leghista non vuole che per la loro nuova campagna pubblicitaria la Louis Vuitton abbia potuto scegliere Jaden Smith, ossia il figlio di 22enne di Will Smith che lavora come attore, rapper, ballerino modello e stilista.
Sfottendo tutti come sua abitudine, è dalla sua pagina Facebook che scrive:
Un ragazzo scelto per fare da modella alla collezione Donna del marchio Louis Vuitton.
Si vede che avevano finito le modelle… Per carità, ognuno faccia come vuole. Non ci sfugga però l’enorme potere che il mondo della moda ha sui nostri figli.
Poteva forse trattenersi dal tirare in ballo i soliti bambini per attaccare quello che non sta bene a lui? Ovviamente no. Ed ovviamente rassicura i leghisti che la derisione sia legittima:
Per noi adulti è solo una cosa bizzarra. Per i ragazzi e le ragazze nella fase della pubertà è un attacco a quella identità che si sta formando in loro. Questo è uno dei mille tasselli di una ideologia invasiva che vuol portare il mondo all’intersessualismo, cancellando maschile e femminile.
Le femministe non hanno nulla da dire?
Il riferimento alle femministe pare un insulto a quante di loro si oppongono al suo volerle recluse in casa a produrre figli, lamentandosi che osino protestare per ciò in cui credono e non per ciò che il senatore leghista esige pensino o facciano.
E dinnanzi a chi pare capace di parlare di "indifferentismo sessuale", pare evidente che ancora una volta il senatore leghista non ha capito nulla dell’identità di genere.