Adinolfi definisce «criminali» chi aiuta i genitori che hanno figli con disforia di genere
È impressionate osservare come Mario Adinolfi paia voler fare fatturato sulla pelle dei bambini. Se nel 2016 portò sul palco dei suoi comizi un Luca Di Tove che tentava di convincere i genitori omofobi a sottoporre i loro figli a quelle fantomatiche "terapie riparative" dell'omosessualità che hanno spinto innumerevoli adolescenti al suicidio, ha più recentemente definito "eroe" il padre canadese indagato per violenze domestiche contro il figlio dettate dalla sua incapacità ad accettarne l'identità di genere. ha anche sostenuto che il contrasto ai crimini d'odio sarebbe «una legge fascistissima» che «intimidisce» i genitori che non accettano di avere figli lgbt.
Mostrando la sua propensione ad etichettare come «criminale» chiunque dissenta dalla sua ideologia legata ad un fantomatico binarismo sessuale in cui dall'organo genitale direbbero derivare rigidi ruoli sociali e sessuali, quest'oggi ha schiumato di rabbia dinnanzi a questo bell'articolo apparso su Il Domani:
davanti all'analisi di una realtà, con un intero capitolo dedicato all'analisi scientifica del fenomeno, è ricorrendo al populismo più bieco che Adinolfi scrive:
Oggi sul quotidiano di Carlo De Benedetti, Il Domani, diretto da Stefano Feltri compare questa paginata che incita a considerare sensata una ideologia transgender che coinvolga anche i bambini. Con la pubertà il 99.9% di questi casi di “disforia” si riallineerebbe al genere originario. Questa banda di criminali invece fa diventare questi bambini delle cavie su cui sperimentare i loro giochini da psicologi da strapazzo, poi passano ad iniettare persino a bambini di dieci anni la triptorelina per bloccare la loro pubertà e prepararli all’evirazione chirurgica o alle demolizione del seno per costruire poi un finto pene. Giocano a fare Dio e sono i Frankenstein del nostro tempo che non hanno pietà neanche dei bambini.
Adinolfi dice così che la transessualità sarebbe «una idologia» e pare inventarsi dato a caso nel giurare che nel 99,9% dei casi la disforia di genere scompaia. Usando toni che parrebbero passibili di denuncia penale per diffamazione aggravata, etichetta come «banda di criminali» i volontari dell'Associazione Genderlens, inventandosi che i bambini verrebbero usati come «cavie» da «psicologi da strapazzo». Inizia così a raccontare stupidaggini sulla triptorelina, sostenendo che servirebbe a «prepararli all’evirazione chirurgica o alle demolizione del seno per costruire poi un finto pene».
Insomma, ce ne fosse bisogno, pare evidente l'odio che il fondamentalista Mario Adinolfi prova verso le persone trans. A questo punto c'è persino da temere che la morte del protagonista de "Il paziente inglese" venga da lui ritenuto un lieto fine, dato il disprezzo che pare provare verso chi rivendica il diritto di poter essere sé stesso.
Ma la frase più aberrante è il suo sostenere che chi non compie violenze contro i bambini sarebbe un Frankenstein che «non ha pietà neanche dei bambini». Peccato che l'unico che pare non avere pietà per i bambina sia quel tale che non li vuole riconoscere la loro natura e che aizza persino i loro genitori contro di loro.