CasaPound di scaglia contro Malika: «Sua famiglia retrograda perché mussulmana, Fedez lasci stare il cattolico Pillon»


Con la violenza e l'inumanità che li contraddistingue, i camerati di CasaPound non hanno perso tempo per scagliarsi contro la ragazza 22enne che è stata cacciata di casa perché lesbica. Secondo loro prassi, la 22enne è diventata carne da macello con cui Il Primato Nazionale ha tentato di rigirare la frittata per fomentare odio religioso in ode a Pillon.
L'articolo, intitolato "Malika, eroina del Ddl Zan vs Italia omofoba: ma la sua famiglia è islamica", è ovviamente a firma della solita camerata Ilaria Paoletti, ossia di quella estremista che non perde occasione per spronare i genitori all'omofobia. Ora starnazza istericamente che chi non è cristiano non deve ricevere protezioni dallo stato in caso di violenza:

Asserendo che bisogna tacere davanti alla violenza, la camerata Paoletti esordisce scrivendo:

Tutto è lecito in guerra e in amore e chi tra i partigiani del Ddl Zan sta usando la storia commovente di Malika lo sa bene: ci sono cose che conviene raccontare e cose che è bene tacere. La storia tragica della ragazza cacciata via e minacciata di morte dalla famiglia perché lesbica è utile per spingere una legge contro l’omofobia: meno lo è porre l’accento sul fatto che la famiglia della povera Malika è di fede islamica…

E qui non si capisce cosa voglia sostenere la signora. Se anche fosse di fede islamica, non dovrebbe essere tutelata? La legge non dovrebbe garantire uguali tutele a tutti, senza distinzione di razza, fede religiosa ed etnia?

Mettendo in dubbio la veracità del racconto, il camerati dicono che la vittima di odio non dovrebbe portare a chiedere leggi volte a prevenire quell'oidio. Insomma, è come se si lamentassero se la vittima di un prete pedofilo chiedesse leggi contro la pedofilia della Chiesa:

Prima di tutto i fatti o almeno ciò che viene raccontato da Malika stessa, diventata in poco tempo l’ennesimo simbolo della necessarietà del Ddl Zan contro l’omofobia. Malika Chahly, 22enne, è stata cacciata di casa dalla sua famiglia perché omosessuale e minacciata di morte da chi dovrebbe amarla. [...] Tutto giustamente condannabile e il corollario di hype mediatico che ha circondato la vicenda della sventurata Malika non ci sorprende: come prevedibile, è diventata l’ennesima testa di ariete per il Ddl Zan e ha ricevuto d’istante la solidarietà dei collettori social delle tesi di Alessandro Zan, Fedez e Elodie.

Inizia così la santificazione del loro Pillon:

Già, c’è solo un dettaglio non di poco conto nella storia di Malika: prima di tirare di nuovo per la collottola il senatore Pillon, temibilissimo cattolico, Fedez avrebbe dovuto informarsi. La famiglia di Malika è di religione musulmana. Sapete chi ha scoperchiato il vaso di Pandora, risalendo ad un sito addirittura francese? Il portale Feminist Post altro che Pillon, con un articolo nel quale si evidenzia come questo dettaglio sia stato “deliberatamente omesso dai media”.

La "fonte" della notizia è dunque il sito di pseudo-femministe che venne citato da Malan per sostenere che i gay fossero dei pedofili grazie ad un abile taglia-cuci delle fonti. Insomma, la realtà non va appurata ma la decide un sito estremista che si batte contro la tutela delle vittime. Ed è dicendo che chi è italiano ma non è cattolico va ritenuto non-italiano che i camerati proseguono:

Malika ha un fratello che si chiama Samir, il papà si chiama Aberrazak, mentre la madre è italiana. E’ sufficiente cercare il padre su Facebook per vedere la ridente famiglia immortalata con tutte le donne che indossano il velo in occasione di una festa. Certo, questo non è abbastanza per certificare che la famiglia della ragazza sia tradizionalista islamica, ma di certo non possiamo addebitare questo episodio ai soliti cliché un po’ vintage sugli italiani baffo nero, mandolino e sogno del maschio forte.

Dicendo che se la vittima non è cristiana non conta, pè negando l'evidenza che i negazionisti di CasaPound titolano il loro ultimo paragrafo "L’omofobia non è un’emergenza culturale italiana" per dichiarare:

Non ci sono commenti da fare su questa vicenda, tranne uno: Malika è vittima di discriminazione (fino a prova contraria, il beneficio del dubbio si concede sempre), ma il suo caso, non ce ne vogliano i paladini del Ddl Zan non c’entra una cippa lippa con i sempre cattivi cattolici come Pillon, né con la cultura italiana del 2021. E il fatto che l’estrazione culturale della ragazza di Castelfiorentino non sia mai stata contemplata è senz’altro segno di cattiva fede: renderla nota avrebbe reso più difficile il processo di “martirizzazione” ad opera di noi tutti. Semplicemente, per gente come Fedez, è molto più facile – e anche sicuro – prendersela con i cattolici. Ad attaccare come retrogradi una famiglia di immigrati musulmani si perde un po’ la faccia petalosa di amico di tutto il mondo. Stiamo con questo giustificando le parole rivolte a Malika? Certo che no. Ma continuiamo a credere che l'”emergenza omofobia” non esiste e che in Italia le priorità non sono quelle del Ddl Zan.

A bhe, se la camerata Ilaria Paoletti ritiene che la violenza non sia una priorità perché una delle decine di adolescenti cacciate di casa non è cattolica come sostiene di essere Pillon...

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