Il leghista Pillon continua a fare bullismo contro i cittadini e mette alla gogna chi lo critica con ironia


Il senatore leghista Simone Pillon continua ad atteggiarsi come un bulletto di 12 anni che si diverte a pubblicare i nomi, le fotografie segnaletiche ed altri dati sensibili di chi lo critica. Evidentemente pensa che le leggi non valgano per chi ha una tessera del partito dei sequestratori di esseri umani, soprattutto se si tratta di prendere un cittadino ed esporto al rischio di aggressione da parte di camerati, neofascisti e preti pedofili.
E se lui andò in tribunale a spacciare per "ironia" il suo aver falsificato dei documenti per accusare un'associazione lgbt di essere composta da "adescatori di minorenni", ora si inventa che lui lui finirà in carcere se dirà la parola "gay" mentre nessuno arresta e punisce quei cittadini che osano fare ironia sulla sua evidente effeminatezza.
Mischiando frasi sconclusionate con palesi menzogne, è ricorrendo a quella sua ironia che non fa ridere nessuno che il leghista scrive:



Se fa ridere il suo auto-definirsi "presunto omofobo" dato che il suo intero fatturato si fonda sull'omofobia, pare indecente il suo inventarsi falsi insulti pur di partecipare a quella gara di vittimismo che tanto piace ai destrosi che si dicono discriminati da chi non li lascia discriminare. E poi, eccolo correre a vomitare nuove menzogne in un comizio provo di contraddittorio organizzati dai suoi amichetti dell'organizzazione forzanovista Provita Onlus:


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