Il partito di Adinolfi vuole mettere il bavaglio alle opinioni. Sara Reho vuole denunciare i lettori di Gayburg per le loro idee
La sigorina Sara Reho pare divertirsi un mondo a dire che lei vuole strappare i figli dei gay alle loro famiglie per consegnarli ad estranei selezionati sulla base della loro eterosessualità, invita a parlare delle donne trans al maschile per negare loro ogni rispetto e si lamenta che il femminismo avrebbe reso «femminile e debole» l'uomo in quanto non troglodita come lei lo vorrebbe. Ovviamente racconta pure che il contrasto ai reati d'odio «minerà la libertà di opinione tacciando e mettendo in galera chi non sottostà ai diktat arcobaleno».
Aizzata da un Massimiliano Esposito che chiede leggi che puniscano le opinioni e introducano aggravanti per chi dissente dall'ideologia di Adinolfi (quindi il 99,4% della popolazione che non l'ha votato), la signorina Sara Reho dice di voler denunciare chiunque osi criticarla. Dice che lei percepisce la libertà di opinione come un insulto e accusa onesti cittadini di reati penali come la diffamazione senza essere passata da un giudice, di fatto esponendosi al rischio di poter essere querelata.
Il risultato è un botta e risposta che puzza di tentativo di intimidazione, del quale ci siamo già occupati in questo post. Ma la novità è che la signorina Sara Reho annuncia di voler denunciare anche i lettori di Gayburg, dicendosi infastidita all'idea che abbiano potuto esprimere un'opinione davanti ai suoi insulti ed offese alla dignità e alla vita di migliaia di persone:
Insomma, Sara Reho vorrebbe mettervi il bagaglio mentre sostiene che i crimini d'odio sarebbero "libertà di espressione" e che lei vuole affittare il suo utero allo stato (la sua proposta è una legge che paghi con denaro pubblico le donne che rinunceranno a lavorare dopo essersi fatte ingravidare).
E per chi non la conoscesse, ecco alcuni dei messaggi di insulti, offese e palesi bugie scrittedallasognora Reho (tra cui le accuse di fantimatici insulti alle figlie di Adinolfi):