Il sito di Nicola Porro parla di «dittatura gender» in difesa del genitore omofobo condannato per violenza domestica sul figlio


Il sito di Nicola Porro parrebbe sostenere che un genitore debba il pieno diritto di abusare dei figli e che lo stato non debba poter tutelare i minori. È quanto si evince di un articolo di Lorenza Formicola dal titolo "Regime Lgbt: il pazzesco arresto di un padre in Canada".

La storia è quella di Rob Hoogland, il padre omofobo che non vuole permettere al figlio di poter essere sé stesso. Se il tribunale ha accolto la richiesta del figlio di ottenere un blocco della pubertà per poter scegliere un'eventuale transizione in età adulta, il sito di Porro descrive i fatti in maniera errata asserendo:

Hoogland è un papà che da due anni vive rimbalzando da una corte all’altra, e oggi è in galera per essersi rifiutato di collaborare, in alcun modo, alla “transizione” della figlia, non ancora adolescente, da femmina a maschio, sotto spinta della scuola e della “clinica di genere”.

In realtà la scuola ha semplicemente accolto le denunce del figlio dell'omofobo e ha cercato di tutelarlo da un padre che si rifiutava di accettare la sua identità di genere. Ma è come se la violenza sui minori non passasse anche da questo che l'articolo incalza:

È stato arrestato anche perché si è rifiutato di rivolgersi alla figlia con pronomi maschili, al contrario di quanto la corte gl’imponeva. E per aver continuato, nonostante gli fosse stato impedito, la battaglia per difendere la sua bambina. Hoogland ha combattuto finché ha potuto in difesa del suo diritto di padre per avere voce in capitolo sulla terapia ormonale che cambia la vita, fisica e psicologica, di un minore senza il consenso dei genitori.

Anche qui qualcosa non torna, dato che il blocco della pubertà non cambia la vita di nessuno, ma semplicemente rende meno evasivo un eventuale intervento in età più adulta. Ed è molto opinabile si definisca «difesa» del minore un atto che ha visto il minore stesso portare in tribunale il padre.
Non è neppure del tutto esatto il sostenere che quella decisione sarebbe stata presa «senza il consenso dei genitori» dato che la madre era del tutto d'accordo.

L'articolo inizia così a dire che un adolescente non deve poter prendere decisioni e che la violenza domestica vada bene se un padre omofobo non accetta il figlio trans. Si lamentano persino di come i giudici abbiano voluto difendere il minore mentre suo padre sbatteva le sue fotografie su tutti i siti di estrema destra, danneggiando il futuro del figlio pur di impedirgli di poter essere sé stesso:

Per la clinica di genere al BC Children’s Hospital, l’Infants Act sostiene che un minorenne è abbastanza “maturo” da dare il consenso a ricevere quel tipo di “assistenza sanitaria”, pertanto c’è poco da discutere. Gli attivisti del mondo transgender possono così giocare con la vita di bambini suggestionabili e insicuri per convincerli che una “transizione” sia la strada per la felicità e saltando a piè pari il consenso di genitori e tutori legali.
Nel caso di Hoogland, i tribunali canadesi si sono ripetutamente schierati con l’ospedale e hanno acconsentito al trattamento ormonale. Per completare questa operazione di violento imbavagliamento della volontà e dell’autorità paterna, il tribunale ha severamente proibito a questo papà di rilasciare dichiarazioni pubbliche in questo senso e di discutere il caso con i media. Gli è stato poi impedito di parlare con la figlia, di usare nome e pronomi al femminile. Un giudice ha anche dichiarato che le interviste ai media del signor Hoogland nelle quali diceva che “il dna della bambina non cambierà attraverso queste esperienze”, sono da considerarsi “violenza domestica”.

Il sito di Porro inizia così a parlare di «dittatura gender»:

Una delle motivazioni che il giudice ha allegato alla decisione definitiva è stata che il papà si è persino rifiutato di rimuovere un sito per donazioni in cui, spiegando la sua situazione, chiedeva aiuto economico per sostenere le spese legali a cui era costretto. Quell’appello, per la Corte, è stato un’apparente violazione dell’ordine di bavaglio. Una storia giudiziaria che insegna che la vera priorità è l’affermazione della teoria gender, anche a discapito della patria potestà e del diritto dei genitori ad educare i figli come vogliono. In Canada ormai la legge considera i genitori come potenziali nemici della libertà dei figli. Per cui se la famiglia vìola la libertà sessuale o religiosa dei figli può essere segnalata ai servizi sociali. E conseguente inferno giudiziario, oltre che libertà violata.

Il parlare di «diritto dei genitori ad educare i figli come vogliono» significa che porro sarebbe favorevole a garantire ai testimoni di Geova il "diritto" rifiutare trasfusioni dei figli anche in caso di pericolo di vita? Perché oggi, in Italia, intervengono i giudici che tolgono la patria podestà a tutela del minore, esattamente come i giudici canadesi hanno tutelato il minore da un padre omofobo che voleva il suo male.
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