Langone a Provita: «Omosessualismo e genderismo nuocciono alla pratica religiosa»


Pare una barzelletta, ma sembra che i forzanovisti di Provita Onlus paiono non provare vergogna nel sostenere che il ddl Zan andrebbe affossato perché lo dice un fondamentalista come Camillo Langone. Ed è così che lo hanno intervistato, introducendo il tutto con i loro soliti insulti ricolti a chi ha aderito alla campagna di Vanity Fair a sostegno del ddl Zan:

Dopo il grand tour organizzato dall’onorevole Zan, per sostenere il suo controverso disegno di legge, in cui ha fatto scendere in campo influencer, cantanti, sex-columnist di PlayBoy e personaggi dello showbiz, tutti evidentemente ignari del vero contenuto del disegno di legge contro l’omotransfobia [...]

Ovviamente sono loro a inventarsi che il disegno di legge sarebbe «controverso» ed ovviamente sono loro che paiono non averlo mai letto dato che da settimane continuano a sputare odio contro la GpA nonostante non sia neppure lentamente citata dal testo. Ed è ancor più imbarazzante come la loro Manuela Antonacci si appelli a Vittorio Sgarbi per sostenere sarebbe in atto una «colonizzazione ideologica improntata all’indifferentismo sessuale» o afferma sarebbe in atto un «attacco senza precedenti alla libertà di espressione»
La Antonucci sostieni anche che «un altro timore, riguardo questo nefasto ddl, che investe in particolar modo i credenti, è che venga messa in pericolo la libertà di far esplicitamente riferimento all’insegnamento della Chiesa in tema di omosessualità, anche semplicemente citando le Sacre Scritture, a riguardo. Insomma una “tolleranza” totalitaria che, in questo caso, impedisce alla fede cristiana di esprimersi visibilmente».

Dal canto suo, Langone debutta dicendo che le università italiane sarebbero «gli spacciatoi di tutti gli ismi contronaturali in circolazione» o che «con il ddl Zan, anche gli artisti sarebbero condotti al martirio» perché sarebbe in atto un «tentativo di imporre la parrucca omosessualista a 60 milioni di cittadini». Ed ancora, dice che «riguardo le Sacre Scritture una parte della Chiesa si è autocensurata, forse per paura. Se non assegni valore a qualcosa, non rischierai per quel qualcosa. Non rischierai un capello per batterti contro una legge antireligiosa come questa di cui stiamo parlando, bramata da quei parlamentari che vogliono impedire a noi non parlamentari di parlare».
Lodando Arcilebica per le loro posizioni transfobiche e per il loro contributo alla propaganda di estrema destra, aggiunge poi: «In effetti se sei una donna e ti piacciono le donne hai bisogno di poter chiamare donne le donne. L'omosessualità, intesa come pratica, deve conservare un rapporto con la realtà, con la carne. Mentre omosessualismo e genderismo sono pura ideologia, qualcosa di completamente mentale, e pertanto alla pratica omosessuale potrebbero perfino nuocere. Intanto certamente nuocciono alla pratica religiosa e alla libertà intellettuale. Una libertà che potrebbe venire meno anche semplicemente nel leggere, per fare un esempio, il Liber Gomorrhianus, mettendo all'indice anche San Pier Damiani: “Questa pestilenziale tirannia di Sodoma trama turpi guerre contro Dio…”».

Insomma, Langone ci spiega che lui si puliste il deretano con l'invito all'amore di Gesù, perché a lui intessa poter citare solo i discorsi d'odio che legittimano il disprezzo verso il prossimo.
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