Mario Adinolfi: «Chi sostiene il ddl Zan è cretino»

Violento ed offensivo come sua consuetudine, il fondamentalista Mario Adinolfi si e messo a sbraitare istericamente che «chi sostiene il ddl Zan è cretino».
Dall'altro del suo 0,6% di elettori, l'ex giocatore di poker ha aperto la sua discussione sostenendo che sarebbe colpa di Zan se il Canada protegge i minori e ha permesso ad un ragazzo di poter portare in tribunale un padre che si rifiutava di accettare la sua identità di genere, sottoponendolo a violente torture psicologiche. A detta del signor Adinolfi, il minore andrebbe intesa come un oggetto di proprietà del padre e lui si dice certo che sia lecito torturalo e violentarlo qualora non risulti conforme ai desideri sessuali del padre:

Davanti alla storiella dei sei anni di carcere con cui Adinolfi tenta di spaventare i suoi proseliti, Luca Bizzarri è intervenuto osservando che chi dichiara certe cose non deve aver manco letto la legge che critica con tanta enfasi. Ma è con la sua consueta arroganza che il suprematista Adinolfi si è professato detentore del sapere assoluto mentre dispensava violenti insulti contro chiunque non la pensasse come lui o come i gruppi neofascisti:

Non è la prima volta che Adinolfi paragona la tutela delle vittime di odio al fascismo, anche se la storia ci racconta che Mussolini mandasse i gay al confino e non che li tutelasse.Nella fattispecie, le "leggi fascistissime"furono una serie di norme giuridiche, emanate tra il 1925 e il 1926, che iniziarono la trasformazione dell'ordinamento giuridico del Regno d'Italia nel regime fascista. Quindi non erano certo norme a tutela delle vittime di violenza, checché ne dica il signorino che va in giro a raccontare che i crimini d'odio sarebbero "libertà di espressione".
Per cercare di prendersi la ragione, Adinolfi inizia a rilanciare tutto tronfio un messaggio offensivo a firma del suo caporedattore, il quale ovviamente gli dà ragione dato che anche lui evidentemente fattura sull'omofobia:

Insomma, ribadiscono che per loro il contrasto all'odio sarebbe "repressione". Ma è facendo branco che il Adinolfi ribadisce che lui si sente minacciato da una legge che tutela le vittime di reati d'odio e starnazza istericamente che chi non crede alle sue bufale sarebbe un ignorante che non legge:

Non è chiaro se Adinolfi si lamenti che agli altri sia concessa la libertà di parola. Ma se pensiamo a come Adinolfi cercò voti portando Luca di Tolve sul palco dei suoi convegni per promuovere fantomatiche "terapie riparative" dell'omosessualità, forse si capisce perché tema una norma che punisca chi aizza dei genitori omofobi ad atti di violenza contro i figli.