Se Provita sostiene esisterebbero «molti» gay contrari ai diritti dei gay, perché ci propina sempre il solito Ferdinando Tripodi?


Provita Onlus pare imbarazzante mentre racconta che fantomatici «molti» gay che si opporrebbero al ddl Zan anche se poi loro ci propinano sempre lo stesso. Quello che loro presentano genericamente come «un ragazzo omosessuale» è infatti Ferdinando Tripodi, l'ex leghista che cercò di farsi notare da Salvini proponendosi come il gay contrario ai diritti dei gay. Ripiegò poi su Giorgia Meloni, scendendo in piazza con CasaPound contro il ddl Zan solo dopo essersi appeso al collo un cartello con scritto "omosessuale".
Divenuto responsabile di Forza Italia a Latina, lo ritroviamo sulle pagine dell'organizzazione forzanovista in un articolo intitolato "Un omosessuale risponde a Fedez - I diritti valgono per tutti: ecco perché sono contrario al Ddl Zan" che viene così introdotto:

L’attacco del cantante Federico Leonardo Lucia, meglio conosciuto come Fedez, contro il senatore Simone Pillon ha avuto una certa eco mediatica, soprattutto sui social. Molti lo hanno applaudito per il suo affondo a favore del ddl Zan contro l’omotransfobia, ma molti altri hanno espresso il loro disaccordo. Tra questi vi è anche Ferdinando Tripodi, un ragazzo omosessuale che ha risposto al cantante sul suo profilo Facebook, esprimendo con chiarezza i motivi per cui disapprova il disegno di legge Zan. Riproponiamo qui la sua lettera aperta indirizzata a Fedez.

Non è la prima volta che Tripodi cerca di far circolare il suo nome pubblicando "lettere aperte", tra cui quella in cui attaccò quel Silvio Berlusconi per cui oggi lavora. Dichiarò anche di aver denunciato Gayburg perché infastidito da chi esprime un diritto di critica riguardo alle sue teorie, ma è tirando in ballo una fantomatica "libertà di espressione" che scrive:

Caro signor Fedez,
la pericolosità non si nasconde dietro una bambola in mano ad un bambino, ma all'interno di un decreto-legge che vorrebbe imporre a molti il silenzio, la censura.
Un decreto che non condanna le discriminazioni anzi, al contrario, discrimina chi ha ancora oggi il coraggio di difendere quelli che sono i diritti dei bambini. E fa di peggio, minaccia di punire chi si permette di difendere a voce alta come nel mio caso i diritti dei più piccoli. Il più importante DIRITTO, per esempio, è quello che anche Suo figlio ha: il diritto di avere un padre e una madre!
Bene, con quale autorità ci si permette di stravolgere quello che è il ciclo naturale della vita e ci si permette di obbligare un bambino o una bambina a crescere con due uomini o due donne? Per non parlare dell'utero in affitto, una mostruosità.

E già qui non si capisce cosa c'entri la sua contrarietà alla GpA con un ddl che neppure la cita, peraltro inveendo contro le adozioni quasi ritenesse che le capacità genitoriali dipendessero dalla penetrazione vaginale. Sempre proseguendo nelle sue invettive contro la GpA (che però nulla ha a che fare con il discorso di Fedez o con il ddl Zan) aggiunge:

Qualcuno dovrà pur alzare la voce e dire che usare l'utero di una donna come un semplice forno è un abominio. Ebbene, la legge di cui Lei tanto vorrebbe vedere l'approvazione, non ci permetterebbe più di poter esprimere, di difendere e dire tutto ciò perché potrebbe arrivare qualche giudice e ravvisare nelle mie parole una presunta omofobia o istigazione all'omofobia.

Peccato che, contrariamente alla Legge Reale-Mancino, il ddl Zan non punirebbe l'istigazione all'odio. Ma è proclamandosi esperto del testo che inizia a insultare il rapper:

Mi chiedo se prima di fare della retorica Lei si sia preso il tempo di leggerlo quel decreto legge, di informarsi. Ne dubito fortemente.
Allora La invito, e lo faccio da omosessuale, non da omofobo, la smetta di trattare gli omosessuali come dei deboli da difendere, come delle vittime da tutelare. Noi siamo persone, uguali agli altri. È proprio questa normalità che dovrebbe spingerci tutti a non volere leggi che in realtà ci pongono in una situazione "diversa" dal resto del genere umano.

Insomma, lui nega che i gay siano esposti a violenze più di altri gruppi, rilanciando un po' di ritornelli a casi presi dalla propaganda populista:

In Italia le leggi in vigore già puniscono chi usa violenza, ingiuria verso qualcun altro. Basterebbe chiudere un po’ Instagram e magari aprire qualche sito di informazione. Lei per quanto mi riguarda dovrebbe cominciare a farlo.
Che Suo figlio ama giocare con le bambole non è un problema, e se un giorno vorrà mettere lo smalto lo faccia pure. È un Suo diritto.
Ma vede, signor Fedez, i diritti non valgono solo per Suo figlio.
I diritti appartengono a tutti, anche a chi non la pensa nel Suo stesso modo e con coraggio e libertà difende il proprio pensiero.

Ieri, oggi e domani.
Ferdinando Tripodi,
un omosessuale libero.

Non è chiaro quali «diritti» rivendica nel sostenere che bisognerebbe tutelare «chi la pensa diversamente» riguardo alla libertà dei bambini di poter essere sé stessi. Parrebbe anche voler sostenere che l'omofobo che «ha il coraggio di difendere il suo pensiero» andrebbe tutelato a danno di interi gruppi sociali, ma non è chiaro perché sostiene che le vittime dovrebbero subire in silenzio in virtù di come lui dica di non volere tutele perché stesso. C'è gente che fa sado-maso a letto, ma questo non significa che anche gli altri debbiamo accettare che qualcuno possa fargli del male in certi momenti!

Curiosa è anche la teoria che vede Tripodi lamentarsi che lui si sentirebbe etichettato da chi parla di tutele ad una comunità. Poi però, sia sulle pagine di Provita che su quelle dell'organizzazione ciellina di Riccardo Cascioli, il suo nome scompare e la sua intera essenza viene ridotta alla definizione di «un omosessuale» dato che quello parrebbe l'unico dettaglio che interessa alla loro propaganda.
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