Zaira Bartucca torna a diffamare Gayburg, tentando di far credere che l'Odg le abbia dato ragione


Prosegue senza sosta la campagna diffamatoria, persecutoria e interamente incentrata su fake-news che la presunta "giornalista" Zaira Bartucca sta conducendo contro Gayburg. Dopo le violente intimidazioni dei giorni scorsi, è sul suo sitarello di propaganda negazionista che la signora titola:



Stando a quanto titola, la signora sembrerebbe sostenere le avrebbero dato ragione. Buffo, dato che le hanno semplicemente detto di sporgere una denuncia alla Procura se davvero crede in quello che ha scritto nella sua assurda mail. Pare dunque gravissimo (e forse anche penalmente rilevante) il fatto che la signora cerchi di far credere che un'autorità pubblica ci avrebbe condannato senza nemmeno ascoltarci o consultare i fascicoli sulle indagini che riguardano la loro iscritta. Ed è davvero un peccato che l'Ordine dei Giornalisti non abbia voluto valutare la situazione, dato che la sua radiazione sarebbe stata quantomeno auspicabile (se non doverosa) una volta appurati i fatti.

Nel suo articolo diffamatorio, la "giornalista" scrive:

Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti ha risposto alla richiesta di parere che il direttore di Rec News Zaira Bartucca ha inviato in data 19 marzo 2021, in cui si chiedeva all’organismo un ragguaglio su Gayburg. Il sito dal 2018 colpisce con cadenza quotidiana o pressoché quotidiana la giornalista tramite articoli falsi, calunniatori e diffamatori. Scrive il presidente dell’Odg Carlo Verna: “Con riferimento alla sua in oggetto, rappresentiamo che le competenze del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti sono stabilite dalla legge istitutiva n.69/1963 e in particolare dagli artt. 20 e 21-bis. Non rientra tra queste quanto da Lei richiesto”. Il direttore di Rec News, in particolare, chiedeva lumi circa i criteri di notiziabilità che i contenuti definiti di informazione devono avere, in considerazione del fatto che le invettive di Gayburg appaiano prive della forma, dei requisiti e della sostanza per essere definiti “notizie”. Allo stesso modo, si chiedeva la verifica della presenza dei titoli necessari per esercitare attività giornalistica da parte dell’autore di Gayburg, che continua a nascondersi dietro un comodo e strumentale anonimato e che presenta il prodotto delle sue farneticazioni come “informazione, attualità, cultura e notizie”.

Ovviamente i virgolettati sono della Bartucca e non di Carlo Verna, dato che altrimenti avremmo dovuto denunciare anche lui. Nonostante la signora cerchi di usare il suo nome per far passare come vere le sue accuse diffamatorie, nella realtà Verna le ha semplicemente detto che loro non si occupano di quelle cose:

“Pertanto – prosegue il presidente Verna – la invitiamo a rivolgersi all’Autorità Giudiziaria per gli accertamenti di competenza sui fatti che così come da Lei descritti sarebbero deplorevoli (…) Spiacenti di non poterLe essere maggiormente d’aiuto, le porgiamo distinti saluti”. Indirizzando l’iscritta verso l’ordine regionale di competenza per l’esercizio di tutte le tutele necessarie, il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha parlato dunque di “Autorità Giudiziaria”, allineandosi in tal modo alle considerazioni del Garante per la Privacy, destinatario, oltre che della richiesta di parere, di un reclamo inviato negli scorsi mesi.

La conclusione a cui giunge la signora Bartucca pare assurda, dato che il fatto che le abbiano detto che deve rivolgersi alla Procura non significa certo le abbiano dati ragione come lei sembrerebbe voler far intendere.

Sostenendo che lei si sente vittima di bullismo perché ad ogni sua fake-news ci tocca perdere tempo a smentire le sue false asserzioni (anche a tutela delle persone che lei si è inventata gestirebbero il sito, peraltro dopo averci negato il diritto di replica per smentire le sue false affermazioni), la signora Zaira Bartucca scrive anche:

Scrive il Dipartimento Libertà di Manifestazione dei Pensiero e Cyberbullismo del Garante per la Privacy: “Con riferimento alla segnalazione trasmessa dalla S.V. in data 10 gennaio 2021 ed alle successive integrazioni, si rappresenta che, sulla base degli elementi forniti, la questione rappresentata appare più propriamente riconducibile all’ambito penale, tenuto conto che le doglianze manifestate riguardano essenzialmente contenuti lesivi del diritto alla reputazione e del diritto all’immagine”. Proprio per tutelare la propria immagine e reputazione e quella della sito che dirige, il direttore di Rec News in data 2 aprile 2021 ha personalmente sporto un’altra querela presso un Comando della Legione Carabinieri contro il sito Gayburg e contro il sig. Pietro ******, in qualità di intestatario accertato del dominio al 2020.

Il nome da lei citato non è assolutamente «intestatario accertato del dominio al 2020» come lei dichiara. Dunque, ancora una volta, la signora si vuole porre come la "giornalista" che giura il falso.
Noi non siamo avvocati, ma ci auriamo che il suo aver dichiarato il falso in un atto pubblico e il suo aver diffamato a mezzo stampa una persona che non ha mai avuto contatti con Gayburg, peraltro giurando ripetutamente e persecutoriamente il falso, le possa procurare una qualche grana.

Sempre diffamandoci, la signora Bartucca prosegue:

I contenuti violenti, in grado di incitare all’odio di genere, falsi, diffamatori e calunniatori caratterizzati anche dall’utilizzo di immagini controverse rimessi alle disponibilità delle Forze dell’Ordine (e in parte richiamati anche tramite le precedenti querele depositate presso la Procura della Repubblica di Roma), sono fino a questo momento 207. Per ogni singolo articolo, in apportuna sede, si provvederà a chiedere il risarcimento per i danni causati.

Insomma, ancora una volta la signora ci minaccia e firma intimidazioni. Inoltre pare un po' persecutorio il suo continuare a ribadire che lei starebbe presentando continue denunce contro il nostro diritto di critica o che lei ce la farà pagare perché abbiamo spiegato che quanto da lei asserito è falso.
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