Adinolfi difende la dirigente Rai che voleva censurare Fedez: «Pio e Amedeo sono i veri censurati»


È dalle pagine de Il Giornale che Mario Adinolfi ha avuto il coraggio di sostenere che quella contro Fedez fosse una censura dovuta e che a lui preferisce parlare di come i suoi Pio e Amedeo non possano andare in Rai a dire parole come "neg*o" e "froc*o".
Ed ovviamente è finito col parlare di sé stesso, in quella sua abitudine a ritenere che il mondo debba girare attorno ai suoi bisogni, ai suoi interessi e alle sue pretese da omofobo che fa soldi con l'omofobia:

Quella è una cosa surreale. Non si misura la libertà di un Paese dalla libertà che ha avuto Fedez di fare il suo comizio, nonostante il blando tentativo della dirigente di Raitre di richiamarlo all'ordine. La questione sarebbe misurare se il monologo della sera prima, quello di Pio e Amedeo sul politicamente corretto, sarebbe mai potuto andare in onda in Rai. Se ti dai la risposta a questa domanda capisci come Fedez sia assolutamente innocuo e, invece, il vero pericolo per la libertà d'espressione deriva dal fatto che i 17 minuti di Pio e Amedeo sono potuti andare in onda solo sulla tivù commerciale e mai sarebbero andati in onda sulla televisione pagata dalle famiglie italiane. Io stesso posso parlare solo sulle reti Mediaset, in Rai sono in black-list.
Questo è il metro, non la finta chiacchiera della dirigente Rai che non ha potuto arginare il vero potente. Il vero potente e prepotente quando pubblica la conversazione telefonica che evidentemente ha registrato maliziosamente è Fedez, non la povera dirigente Rai.

Insomma, lui preferisce chi difende i propri privilegi a chi si batte per i diritti altrui, definisce "comizio" una lecita opinione e si lamenta che la Rai non gli dia soldi pubblici per insultare i genitori gay.

Negando l'evidenza di come Fedez abbia dato voce a migliaia di gay che non hanno visibilità, è citando Orwell come prassi dei populisti che dice che lui si sente censurato:

Fedez, per me, può dire quello che vuole. Il problema è rendersi conto che alcuni possono dire quello che vogliono ovunque, mentre altri hanno già oggi la loro libertà d'espressione tarpata. Siamo già dentro Orwell: 'Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni animali sono più uguali di altri'. Fedez, ormai, è il maiale Napoleone.

Inizia così a lamentarsi che Zan non voglia fare il buffone andando dalla D'Urso come Salvini:

Le intenzioni del ddl Zan sono in sé malevoli e lo sa benissimo Alessandro Zan che si è sottratto a qualsiasi pubblico confronto televisivo con coloro che lui sa che lo avrebbero messo in difficoltà. L'unica finalità del disegno di legge è la costruzione di un clima in cui la libertà d'espressione sia fortemente limitata e sia dato libero accesso all'ideologia gender nelle scuole [...] Non a caso la vera finalità è organizzare per la prima volta, dalle leggi fascistissime del 1926, un sistema che punisca e intimidisca sistematicamente l'avversario politico. E, in più, hanno aggiunto anche il sabato fascista: la festa del 17 maggio contro la omotransfobia in cui immagino che faremo degli esercizi ginnici inneggiando all'Arcigay.

Adinolfi si augura poi che la Lega faccia cadere il governo se si estenderanno le tutele di cui lui gode anche alle vittime di crimini omofobici.
2 commenti