Anche il leghista Sergio M. Binelli si auto-accusa di incitare ad atti discriminatori o violenti

Contrariamente alla Legge Reale-Mancino, il ddl Zan non interviene sui discorsi d'odio. Gli omofobi potranno tranquillamente continuare ad odiarci, a dirsi fieramente intolleranti o ad ostentare pubblicamente il loro odio. L'unica limitazione prevista è che i loro discorsi non possono sconfinare in un «concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti».
Il leghista Sergio M. Binelli, consigliere di Cormano Terme, dichiara che i suoi post costituirebbero reato se valutati attraverso quel ddl. Ammesso che abbia letto e compreso la norma al posto di attaccarla per partito preso, il leghista starebbe pubblicamente dichiarando che il fine dei suoi messaggi è quello di istigare atti che prevedano un «concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti».
Ovviamente la sua accusa verrebbe estesa anche all'organizzazione forzanovista Provita Onlus, da lui implicitamente accusata di stampare manifesti pubblicitari che avrebbero il fine di istigare atti che rappresentino un «concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti» attraverso quei loro slogan populisti che invitano a non riconoscere l'esistenza di chiunque non sua fatto ad immagine e somiglianza di Jacopo Coghe o di Simone Pillon:

A quel punto il consigliere Binelli ci fa capire che lui è anche un fan della fondamentalista Silvana De Mari, ossia l'estremista che va in giro a dire che l'omosessualità non esisterebbe e che la si dovrebbe ritenere un «comportamento appreso» che possa essere «disappreso».
Lei stessa spiega il perché della sua teoria antiscientifica, dichiarando che quella definizione le serva per poter sostenere sia lecito non tollerare l'esistenza dei gay visto che lei li incolpa del loro orientamento sessuale.
Una persona sana di mente potrebbe obiettare che non è affar suo ciò che fanno due adulti consenzienti nel loro letto, ma sappiamo che questa è tutta gente che non saprebbe che farsene di una religione che non può essere usata per elargire condanne (ovviamente incuranti di come Gesù fu molto chiaro sul fatto che Pillon e la De Mari farebbero meglio ad occuparsi della trave che è nel loro occhio).
Ed è tra i commenti che il leghista Binelli inneggia alla De Mari, lanciandosi in cluni sproloqui che parrebbero dimostrare che lui sta ripetendo una propaganda che non ha minimamente compreso:

In che modo i cromosomi dovrebbero avere attinenza con i geni? La scienza ipotizza che l'omosessualità possa avere una causa genetica, ma i fondamentalisti di estrema destra sostengono che la mancata individuazione di quel gene significherebbe che l'omosessualità sarebbe contro natura. Insomma, non c'è alcuna correlazione tra la loro conclusione e la reale discussione scientifica, ma quella pare parte della tesi espressa dal leghista Binelli. Peccato che lui prosegua la frase tirando in ballo gli slogan integralisti sui cromosomi XX e XY, anche se quella è parte della campagna dell'estrema destra contro le persone trans e non più contro i gay. Infatti un gay è maschio, una lesbica è femmina e i cromosomi con c'entrano un fico di nulla.
Ovviamente anche questa tesi non sta in piedi, dato che l'identità di genere non ha nulla a che vedere con i cromosomi, fa forse il tema sarebbe troppo complicato per chi sembra non aver capito neppure i passi precedenti, divertendosi però a scrivere farsi come: «Daranno la colpa al DNA che è omofobo».
Se il DNA non ha nulla di omofobo, interessante è come il leghista Binelli ricorra a quel "loro" da opporre ad un "noi" come era prassi della propaganda fascista.