Don Bianchi continua a dire che i crimini d'odio sarebbero "idee"


Don Mirco Bianchi dice che Nicola Pirro gli ha detto che punire chi istiga a delinquere sarebbe una "censura" dettata da quel "politicamente corretto" che non piace a Salvini, Orban, Putin e a chiunque fatturi sull'odio. Dice anche gli avrebbero detto che sia ingiustificabile che la decisione sulle responsabilità penali spetterà al giudice, esattamente come avviene per ogni altro processo.
A quel punto, il prelato inizia a dire che i crimini d'odio sarebbero "idee" e che i suoi figli gli chiederanno perché lui non ha impedito che le aggravanti di cui lui gode da trent'anni siano state estese a chi fracassa il cranio ad un gay perché non tollera la sua esistenza al pari dei nazisti.
Ovviamente non ci facciamo domande su quali quanti abbia il parroco di Gatteo a Mare, dato che nel suo messaggio di include tra i genitori (ovviamente dimenticando di quei genitori che gradirebbero poter dormire la notte senza temere che un qualche fascista possa decidere di esprimere le sue "idee" mandano in ospedale i figli gay).

Sempre definendo "idee" i crimini d'odio, il prelato scrive:



Forse su una cosa don Mirco Bianchi ha ragione: la storia lo giudicherà e la speranza è che in molti possano domandarsi come sia stato possibile che la diocesi sia stata zitta mentre un prete diceva che l'odio era una "idea" da difendere.
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