Fusaro vede un complottone dietro il termine "distanziamento sociale": Ma a smentirlo è l'Accademia della Crusca


Chi deve perdete tempo ad argomentare le proprie tesi potrebbe provare un po' di invidia per il mondo del populismo, dove basta dire la prima cosa che passa per la propria mente e si verrà inneggiati se quella stupidaggine è finalizzata a incitare all'odio o a compiacere i complottisti.
Ad esempio, il populista negazionista Diego Fusaro è stato elogiato dai suoi seguaci per essersi invitato che dietro definizione di "distanziamento scialale" ci sarebbe la prova di un complottone mondiale:



Peccato gli sarebbe bastato fare una ricerca in rete per trovare una lunga trattazione del tema da parte dell'Accademia della crusca, la quale curiosamente non prende in considerazione l'ipotesi di un complottone mondialista. Più semplicemente, pensano che si tratti di una italianizzazione del termine inglese usato in campo epidemiologico, tradotto per assonanza tsenza tener conto delle diverse accezioni della nostra lingua:

Nel pieno dei giorni di confinamento (o lockdown, si veda in proposito la scheda di Matilde Paoli) avevamo analizzato l’ingresso nella lingua comune di distanziamento sociale (cfr. l’articolo di approfondimento su “Italiano Digitale. La rivista della Crusca in rete” e la breve scheda nella sezione Parole nuove), calco dall’inglese social distancing, tecnicismo dell’epidemiologia. La locuzione si è diffusa capillarmente in italiano a partire dalle disposizioni del governo in merito alle misure per la prevenzione e il contenimento dell’epidemia di Covid-19 e subito è stata ripresa e trasmessa dalla stampa nazionale. Fin dalle prime occorrenze l’uso di distanziamento sociale è stato ampiamente criticato, e lo stesso è avvenuto, a livello internazionale, per analoghi calchi di altre lingue, in particolare a causa dell’aggettivo sociale, che secondo molti rimanderebbe a concetti propri della sociologia e soprattutto alla riduzione della socialità tra individui invece che all’aspetto della distanza fisica da tenere tra le persone necessaria per limitare il contagio.
L’ambiguità del termine è stata probabilmente accresciuta dall’uso impreciso che ne è stato fatto sia da parte delle istituzioni sia dei quotidiani. Infatti, distanziamento sociale originariamente, in ambito epidemiologico, si riferisce (seppur impiegato perlopiù in maniera ellittica, con riferimento alla locuzione estesa misure di distanziamento sociale) non solo e non tanto all’obbligo di mantenere una distanza fisica di sicurezza tra le persone, variabile tra uno e due metri, bensì all’insieme delle misure attuate dai governi per limitare il contagio, tra le quali rientrano ad esempio il divieto di assembramenti e la chiusura di attività lavorative e ludiche.

Quindi, con buona pace per Fusaro, la spiegazione pare molto più semplice delle sue teorie su fantomatiche riorganizzazioni della società.
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