Jacopo Coghe in piazza contro il ddl Zan, ma manco sa quanti articoli lo compongono


Pare che Jacopo Coghe non abbia mai letto il ddl Zan, anche se da mesi è impegnato a proporsi come uno tra i suoi principali oppositori. Intervistato da Fanpage, il vicepresidente dell'organizzazione forzanovista Provita Onlus non ha saputo dire da quanti articoli fosse composto quel ddl che lui chiede a gran voce sia affossato. Ed ovviamente non lo hanno letto neppure quelli che hanno partecipato alla sua manifestazione milanese, i quali dichiarano di essere lì perché hanno letto i commenti pubblicati su Facebook da Coghe. Beccata in piazza in mezzo a personaggi che manco indossano la mascherina in violazione alle norme vigenti, neppure la Bonetti ha saputo indovinare da quanti articoli fosse composto il ddl Zan.


Alcuni manifestanti dichiarano che «non si possono educate i bambini a prenderlo nel didietro» o chi dice che sarebbe Dio ad avergli detto che «quelle condotte sono abominevoli».
In piazza, Giorgio Celsi dice che il ddl Zan sarebbe «una legge che toglie il diritto di parola». Un altro dichiara che lui vuole «essere libero di dure froc*o, neg*o e terrone». Qualcuno pontifica che «se ha il pisellino è maschio» o chi sostiene che termini come «fr*cio» e «finocchio» siano «divertenti».
Il senatore Lucio Malan dice sia giusto rifiutare un posto di lavoro ai gay. Altri dicono che Zan andrebbe picchiato. Altri sostengono che la legge dovrebbe tutelare gli omofobi perché la parola che li definisce contiene "fobia" e dunque loro sarebbero persone deboli perché affetti da paure.

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