La Meloni va da Del Debbio a raccontare bugie contro il ddl Zan (senza contraddittorio)


Giorgia Meloni ha tenuto un comizio, ovviamente priva di qualsivoglia contraddittorio, in cui ha raccontato un mucchio di bugie sul ddl Zan attraverso le telecamere della trasmissione populista "Dritto e Rovescio". Al cospetto di Paolo del Debbio, ha affermato:

Il tema dell’omofobia è un tema molto serio, come tutte le forme di discriminazione, ma non si riesce ad affrontare in modo sereno, per tutelare le persone dalla discriminazione ma continuando a mantenere posizioni diverse che non c’entrano con l’omofobia. Il problema del DDL Zan è che non è una legge contro la violenza e discriminazione nei confronti degli omosessuali, tema sul quale sono molto sensibile e del quale penso tutto l’arco costituzionale avrebbe parlato con grande serenità anche nel caso in cui si volesse immaginare della aggravanti sul tema violenza e discriminazioni. La legge Zan è un’altra legge, che serve a fare altro. Di fatto inserisce nel nostro ordinamento una fattispecie di reato di opinione, lasciando ai giudici un’enorme e totale discrezionalità, di decidere su una materia che non ha una certezza giuridica.

Forse la signora Meloni non è informata. Perché è dal 1993 la legge Mancino sanziona l’incitamento all’odio, l’incitamento alla violenza, la discriminazione e la violenza, ma solo per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali. Con buona pace per il suo sostenere che i giudici non sarebbero in grado di giudicare, è da trent'anni che sono quei giudici a decidere cosa sia incitamento alla violenza. E non è difficile capirlo: se si invita qualcuno a picchiare qualcun altri, quello è incitamento all'odio.
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