Marco Carta vuole sposarsi e avere figli. Adinolfi aizza i suoi hster contro la sua famiglia


In una lunga intervista a Vanity Fair, Marco Carta ha annunciato fdi voler sposare il suo amato Sirio.
Poi,cadendo nell'errore di un uso dei termini contati dal fondamentalismo di estrema destra per definire la GpA, ha aggiunto: «Trovo triste che in Italia una coppia omosessuale non possa avere un figlio. L’utero in affitto è una pratica molto lontana dallo spirito ecclesiastico che ha l’italiano, e lo capisco. Però, ci sono migliaia di bambini che crescono senza genitori, in orfanotrofi. Mi chiedo perché non dar loro due papà. Trovo uno spreco che delle creature così piccole siano lasciate marcire in posti senza amore [...] Mi piacerebbe adottare e mi piacerebbe mettere al mondo un figlio con un utero in affitto, nome tremendo per questa pratica. Non la trovo disumana, se all’origine c’è l’atto consapevole e compassionevole di una donna, che decide di aiutare un amico, un familiare, un estraneo. Lo sfruttamento, quello e solo quello, è da condannare».

Ma di fatto lo sfruttamento esiste solo da parte di quell'80% di coppie eterosessuali che si recano in India, non certo da parte di quei gay che vanno in Canada o in Usa, ossia in Paesi dove le donne non possono partorire figli per altri se prima non dimostrano di non avere alcuna difficoltà economica.
Ciononostante, il solito Mario Adinolfi si è subito scagliato contro di lui, tirando fuori una storia diffamatoria nonostante l'assoluzione dei tribunali:



Aizzati dall'odio di Adinolfi per la famiglia, i suoi proseliti paiono voler fara a gara a chi tra loro sia il più omofobo tra gli omofobi. Qualcuno dice che i gay devono comprarsi dei cani perché i bambini spetterebbero solo agli etero, altri invocano punizioni fivine. Insomma, la solita merda.
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