Pillon esulta perché lui e Gandolfini impediranno la formazione dei professori su tematiche lgbt


Ganfolfini e Pillon non ne vogliono sapere di tenere giù le loro mani dai bambini. In particolare, il leghista Pillon esulta perché la lobby integralista da lui rappresentata è riuscita a far saltare un corso per docenti finalizzato a sensibilizzarli su realtà naturali che lui vuole siano negate.
Ed è così che professori non potranno più partecipare al seminario "Diverse sfumature dell'identità di genere e l'orientamento sessuale" perché lui e Gandolfini dicono che gli studenti trans non meritano rispetto o loro dovranno accettare esistano.
Secondo il senatore leghista, sarebbe una sua «vittoria» aver impedito che gli studenti possano scegliere un nome diverso da quello di battesimo e il pronome che considerano più approvato qualora la loro identità di genere non conforme al sesso biologico. Pillon dice che è sbagliato garantire privacy agli studenti transgender che, grazie a lui, dovranno essere chiamati con il nome di battesimo anche se non è più il loro. Inoltre auspica che gli insegnanti si rivolgano al maschile alle studentesse trans in modo da far capire loro che la scuola non ha alcun rispetto di loro.
Se la Germania nazista si giustificò dicendo che loro non sapevano cosa avvesine all'interno dei campi di sterminio, i leghisti paiono vantarsi del male che vogliono infliggere ai minori e verrà il giorno in cui non potranno dire che loro non sapevano...

In una ricostruzione faziosa ed imprecisa dei fatti, il leghista scrive:

Cari amici, vittoria! Dopo le proteste dei genitori, dopo le richieste di ritiro delle associazioni Pro Family, dopo la dura presa di posizione del sottosegretario Rossano Sasso, dopo la smentita e la presa di distanza del San Camillo, dopo le sollecitazioni politiche mie e di altri colleghi, alla fine l'ufficio scolastico regionale del Lazio ha deciso il ritiro delle assurde linee guida per bambini e adolescenti con varianza di genere. Si trattava di un documento impresentabile, impregnato di ideologia GENDER, che imponeva autentiche follie come l'uso di un nome femminile per i bambini maschi o di un nome maschile per le femmine, l'uso di pronomi ed aggettivi prescelti in base alla autopercezione del bambino e altre sciocchezze pericolose e inaccettabili.

Per lui sarebbe «inaccettabile» non usare il maschile per rivolgersi ad una studentessa trans e ritiene che il rispetto sia «pericoloso». Ma dato che il suo scopo primario è ottenere un'omofobia di stato che consideri "libertà di espressione" i reati d'odio, parte con il dichiarare:

Il testo citava tra le fonti normative di riferimento proprio il ddl Zan, come se fosse già stato approvato!! Abbiamo sventato un attacco, ma ora dobbiamo fermare l'offensiva principale, perchè i nostri figli siano liberi dal GENDER, perchè i maschi siano maschi e le femmine siano femmine.

Se è surreale dica che rispettare i figli altrui sarebbe «un attacco» al suo odio contro di loro, imbarazzante è come scriva "gender" ogni tre parole per poi sancire che lui pretende l'eliminazione delle persone transgender.

Anche l'iter dell'affossamento pare meno condiviso di come Pillon tenta di farlo apparire, fato che tutto è stato fatto dalla Lega. Era stato il sottosegretario leghista all'Istruzione, Rossano Sasso, ad attaccare l'Ufficio scolastico regionale, dicendo che «si è prodotto in una inaccettabile apertura sulla questione relativa all'identità di genere. Quello che si configurava come un semplice webinar, tra l'altro promosso da associazioni che hanno una smaccata connotazione politica, è stato trasformato in un evento-faro per tutti gli istituti del territorio, una sorta di base di riferimento da cui partire per poi magari declinare il tema con sfumature ancora più oltranziste». Nicola Fratoianni ha osservato: «È abbastanza emblematico che sia proprio la Lega insieme ad una serie di sepolcri imbiancati, ad attaccare a testa bassa chi nelle scuole del Lazio vuole contribuire a formare sui temi dell'identità di genere. Proprio quel partito i cui militanti ed esponenti sono troppo spesso fra i campioni delle aggressioni verbali e della diffusione dell'odio e del pregiudizio».
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