Pillon schiuma contro Fedez e lamenta abbia potuto esprimere le sue opinioni
Come prevedibile, non si è fatta attendere la rabbiosa replica del senatore leghista Simone Pillon al bellissimo monologo di Fedez. Un monologo che la Lega ha cercato di censurare attraverso minacce e intimidazioni alla dirigenza Rai.
Se Pillon definisce «liberticida» una legge che tutela le vittime d'odio, ora definisce «attacco» delle lecite opinioni, passando pateticamente dal dire che lui parla «da papà» che si è sentito sfinito da una giornata passata con i suoi figli anziché mollarli alla moglie. Poi, cavalcando le bufale di Salvini anche se già smentite, nega che lui si faccia pagare decine di migliaia di euro per accusare Sanremo di satanismo mentre Fedez si era esibito gratis al Concertone.
Fatto sta che il leghista scrive:
Ieri sera, dopo una giornata passata a fare il papà a tempo pieno, sono crollato dal sonno e ho dormito come un angioletto.
Stamattina ho aperto il telefono e l'ho trovato intasato di messaggi perchè Federico in arte Fedez ieri sera ha nuovamente attaccato me, i colleghi e la Lega usando il palco del 1° maggio e i soldi del canone RAI che tutti paghiamo per fare un comizio politico a senso unico, senza contraddittorio.
Quindi, nell'Italia leghista, non sarà possibile esprimere opinioni se non in presenza di un rappresentante salviniano. Loro, invece, devono poter dire tutto ciò che vogliono in comizi privi di contraddittorio. Ed è forse dimenticando che Gedez ha chiesto che la legge sia discussa al posto di essere tenuta in ostaggio da un partito minoritario, Pillon riparte a fate il bulletto:
Quando vorrà un confronto anzichè continuare coi soliloqui di parte e di partito, sa come trovarmi.
Mi spiace solo che, pur essendo anche lui padre, non abbia ancora capito che la nostra battaglia non è per togliere dignità a nessuno ma per garantire a tutti i figli di poter saltare sul lettone in mezzo a mamma e papà, senza esser comprati, o senza esser cresciuti orfani di madre per decisione altrui, e che vogliamo fermare il #ddlZan per assicurare ai bambini la libertà di leggere le favole di Cenerentola e Biancaneve senza esser considerati omofobi, per evitare che le ragazze si trovino a competere nelle gare sportive con maschi sedicenti femmine e per fermare chi vuole iniettare Triptorelina o ormoni maschili nel corpo delle bambine.
Pazienza. Magari un giorno lo capirà.
Pregherò volentieri anche per lui, e buona domenica a tutti.
Non lasciamoci avvilire dagli attacchi e continuiamo a lavorare per il bene dei più piccoli!
Insomma, il solito cumulo di slogan leghisti di chi fa finta di non capire che migliaia di bambini sono vittima del suo sessismo e del suo odio. Ed ovviamente il senatore Pillon sarebbe non indica in quale dei 10 articoli del DdL Zan (che tutela tutti da violenza e discriminazioni motivate dalla loro stessa esistenza) si parlerebbe di mamme e papà, di bambini che saltano sul letto, di mercato dei bambini, di favole della buonanotte, di iniezioni ormonali nel corpo delle bambine odi ragazzine? E perché non parla delle ragazzine che vengono pagate per sollazzare la libido del suo amato Salvini sulle spiagge del Papeete con tanto di poltrone da europarlamentare leghista offerte a chi le ha reclutate?
Sarà che lui va a dormire alle 20:40, ma davvero qualcuno può credere a quelle stupidaggini? Il caro Pillon tenga giù le mani dai bambini.