Fratelli d'Italia va in Europa a dire che la povera Terragni si sente discriminata dall'esistenza delle donne trans


Rilanciando la teoria per cui Marina Terragni rappresenterebbe le donne di tutto il mondo, Fratelli d'Italia ha deciso di farsi promotore della sua teoria per cui il permettere alle donne trans di porter vivere in santa pace la loro vita dovrebbe essere ritenuta un'offesa alle donne.
Nicola Procaccini, europarlamentare di FDI-EC coordinatore per il Gruppo dei Conservatori nella Commissione Libertà civili, giustizia e affari interni del Parlamento europeo, si è presentato a Bruxelles a dichiarare: «La sostituzione della identità di genere al sesso biologico nella definizione di uomo e donna rischia di produrre un effetto discriminatorio nei confronti delle stesse donne in molti settori, a cominciare dallo sport. È sufficiente che un uomo si autodichiari donna per occupare quote politiche e manageriali riservate alle donne, per poter scegliere il reparto femminile di un carcere e di un ospedale, o per partecipare e stravincere delle gare sportive. Tutto questo è in netta contraddizione con quanto promosso dall’Unione europea in materia di perseguimento di una piena realizzazione dei diritti del sesso femminile».
In altre parole, si èreso un immerotato stipendio per andare in Europa a sostenere le teorie di marita Terragni manco l'avessero eletta nuova duce delle destre populiste. Ma il discorso è ulteriormente dengenerato quando l'sponente del partito di Giorgia Meloni ha iniziato a sfottere le vittime di omofobia aggiungendo: «Possibile che da Bruxelles così solerte a varare la Strategia per l’uguaglianza delle persone LGBTIQ 2020-2025, non si dica una parola su questa grave situazione discriminatoria? Si tratta di una pericolosa deriva in cui lo sport rischia di essere apripista di una profonda discriminazione, che vede lottare le stesse donne, ma su cui sta calando il solito velo della ipocrisia. Proprio nella citata Strategia per l’uguaglianza delle persone LGBTIQ la Commissione cita lo sport quale uno degli strumenti utili a sfidare i pregiudizi di genere e altri stereotipi ma, come ormai dimostrato in occasione di diverse competizioni sportive femminili aperte ad individui transgender, la superiorità fisica, scaturente dalla struttura biologica del sesso maschile, comporta una ingiusta penalizzazione delle atlete donne. Ecco, riteniamo che questo sia un atto profondamente discriminatorio nei confronti delle atlete donne che, oltre al dato sportivo, influisce su molti altri aspetti, dai compensi derivanti dalle gare stesse fino all’accesso a borse di studio universitarie legate ai risultati sportivi».
Non è curioso che, al pari della signora Trerragni, del leghista Pillon e di tutta la solita banda legata all'organizzazione forzanovista Provita Onlus, questi signori dell'estrema destra non parlano mai degli atleti trans? E davvero non provano vergogna nel sostenere certe castronerie?
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