Il 75% di studenti e professori vorrebbe poter parlare di tematiche LGBT a scuola


Se Jacopo Coghe e Simone Pillon vogliono censurare ogni educazione sessuale nelle scuole, l'organizzazione forzanovista Provita Onlus ha persino cercato di intrufolarsi nelle classi per promuovere un corso di "educazione sessuale biblica" in cui Maria Rachele Ruiu invitava gli studenti a praticare sesso non protetto nella speranza che una qualche ragazzina potesse restare gravida. E non è un caso isolato, dato che anche Costanza Miriano andava negli oratori a invitare le ragazzine a praticare sesso non protetto.
Ma se loro vorrebbero imporci il Medioevo, le statistiche ci rivelano che il 75% di studenti e professori vorrebbe poter parlare di tematiche LGBT a scuola.

Il sondaggio è stato curato da WeSchool e ha visto il coinvolgimento di 3.199 docenti e studenti,. ne è emerso che il 75.5% di loro di è detto molto o abbastanza favorevole sull’introduzione di lezioni e/o dibattiti su lezioni che trattino tematiche legate all’orientamento sessuale, identità di genere e omobitransfobia.
Il 76,8% conosce il significato dell'acronimo LGBTQI+, mentre il 71% ha conosce la differenza tra genere, sesso e orientamento sessuale. Il restante è disinformato e Pillon vorrebbe che fossero condannati a restare nell'ignoranza (sia mai che così diventeranno elettori leghisti)
Il 18,6% degli intervistati ha vissuto momenti di esclusione e/o omotransfobia a scuola, mentre il 24,6% degli studenti ha assistito ad eventi di questo tipo. Alla faccia di Pillon che giura che in Italia non esisterebbe alcuna omofobia!

Marco De Rossi, founder di WeSchool, ha spiegato: «Per i docenti è difficile parlarne perché si tratta di argomenti complessi, estremamente delicati e non sempre codificati dai libri di testo, ma in realtà il contesto adatto c’è già, con il nuovo insegnamento obbligatorio dell’Educazione civica, e gli studenti ne sarebbero entusiasti. Da questa indagine docenti e studenti risultano allineati, quasi alleati. Come a segnare una volta di più il passo lento del dibattito politico, che risulta anni luce indietro rispetto alla consapevolezza da parte degli studenti e all’interesse ad affrontare questi temi. A partire da settembre formeremo i Prof interessati e forniremo i contenuti per affrontare questi argomenti, sempre nel rispetto dell’autonomia della missione educativa del docente, che deciderà come e se portare il tema in classe».
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