Il circo delle audizioni contro il ddl Zan. C'è pure chi dice che la pedofilia sia "orientamento sessuale"


Proseguono le surreali audizioni in Commissione Giustizia al Senato volute dalla Lega contro il ddl Zan. E sembra sempre più surreale e preoccupante il livello del dibattito in commissione, al cui confronto i discorsi da bar paiono altamente intellettuali.

Suor Anna Monia Alfieri ha dichiarato: «C’è indottrinamento da pensiero unico con gli strumenti per eliminare ogni traccia di buon senso». «C'è una grave limitazione alla libertà di educazione, che la Costituzione affida ai genitori. Le finalità sono di dominio e di marketing. I ragazzi non devono essere influenzati né da me, né da alcun burattinaio». Quindi chiederà che si smetta di insegnare ragione cattolica a scuola?

Giovanni Maria Flick sostiene che «la presenza di definizione di sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere rischia di ingenerare confusione». «Andare ad occuparsi di concetti come 'attrazione sessuale' va a intromettersi in questioni del tutto private e personali». «È pericoloso trasformare una garanzia costituzionale in una garanzia parziale di una legge ordinaria, che può facilmente essere cambiata in ogni momento». «Ancora Flick: "L'articolo 4 è formulato male. Una legge non può sostituirsi alla Costituzione. Ritengo pericoloso escludere aspetti della libera espressione dalla non punibilità. La libertà di espressione è garantita dalla Costituzione».

Carlo Nordio si è detto «d’accordo con rilievi mossi da Flick. Con il testo proposto sarebbe condannato anche chi dicesse cose pesanti sui pedofili. Di certo la pedofilia è un orientamento sessuale! Anche l’abitudine allo stupro».
Davvero. I leghisti han portato in Senato gente che sostiene che la pedofilia sarebbe un orientamento sessuale! Ed il signorino dice anche: «Indubbiamente con il Ddl Zan la lettura di brani di San Paolo, ma anche di Dante, e di molti altri contro l'omosessualità si rischia di andare sotto processo. È parte di quella cultura per cui in USA molti brani letterari sono censurati, Shakespeare ad esempio».

La giornalista Monica Ricci Sargentini teorizza che «avendo inserito nella legge Mancino le discriminazioni in base al sesso i centri che accolgono le donne vittime di violenza familiare rischiano di essere accusati di discriminazione».

Poi è arrivato il professorino di religione che ha tentato di farsi "curare" dalla sua omosessualità da Luca Di Tolve. Il signor Giorgio Ponte dice: «Da bambino mi vestivo da principessa: nessun problema. Oggi rischirei di essere avviato a un percorso per cui a 18 anni mi trovo mutilato dei miei organi sessuali». Non è chiaro che c'entri il suo orientamento sessuale con l'identità di genere, ma lui ha insistito: «Sono stato minacciato perché non accettano che una persona come me dica che un uomo è uomo. Volete davvero un sistema per cui una persona si ritiene un uomo, e non un omosessuale?».

Yassine Baradai, segretario nazionale dell'Unione delle Comunità Islamiche in Italia, ha espresso «forti perplessità sull'art 4 e sulla strategia dell'articolo 8. Una strategia scritta con uno spirito di parte può ottenere effetti pericolosi». Dice anche che «c'è il pericolo di una ideologia minoritaria imposta a tutti. No all'accreditamento delle associazioni LGBT nelle scuole prevista dalla strategia parrovata dall'articolo 8».
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