Il partito di Adinolfi: «L‘Ungheria, ancora una volta, è l’avanguardia»


Mirko De Carli, in qualità di esponente del partito omofobo di Mario Adinolfi, dice che le leggi anti-gay approvate in Ungheria sarebbero «vere politiche a difesa dei soggetti più deboli».
A suo dire, una norma che impedisce ai ragazzi gay di poter avere rappresentazioni di sé stessi sarebbe un "diritto" per gli altri bambini, da lui visti come vittime che sarebbero minacciate da una troppa tolleranza. Peccato che il sostenere che quella violenza servirebbe a «difendere» i più deboli è simile al voler sostenere che i nazisti volessero «difendere» i bambini dagli ebrei:



Al solito, il partito di Adinolfi gioca con la parole. L'educazione al rispetto diventa una «educazione all’omosessualità ai minori», quasi sostenesse che lui si porta a letto sua moglie solo perché lo avrebbero picchiato se avesse fatto sesso con un un uomo.
Si inventa che l'omofobia sarebbe un «diritto del minore», infischiandosene di come sia proprio a salvaguardia dei diritti dei minori che serve una sana educazione al rispetto. E davvero vuole sostenere che l'accettazione della natura sarebbe una «battaglia ideologica» mentre sostiene che il genitore debba disporre come meglio crede dei suoi figli, magari abusandone qualora siano dei pedofili? Stando al suo discorso, parrebbe che i genitori debbano poter decidere se loro figlio può essere istradato alla prostituzione minorile perché avrebbe più diritti di qualche «ideologo a libro paga delle solite lobby arcobaleno» che magari osa sostenere che far violentare i propri figli sia male. Ovviamente noi speriamo che non pensi simili idiozie, ma il suo sproloquio parrebbe sostenere persino questi scenari.
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