La moglie di Adinolfi rivendica la "libertà" di poter insultare le donne trans


Silvia Padolesi, seconda moglie di Mario Adinolfi e aspirante candidata alla Camera in Trentino col partito del marito, rivendica il diritto di poter insultare le persone. Ci fa capire chiaramente che quello che il marito chiama "libertà di espressione" è in realtà una richiesta di legittimazione alla diffamazione, dato che lei rive dica la "libertà" di poter dire che gay e trans andrebbero internati mentre nessuno deve poter esprimere pareri critici sulla sua unione carnale col fondamentalista religioso che dinnanzi a Dio ha sposato un'altra donna. Pare anche divertirsi nel fantasticare su ciò che gli altri fanno nel loro letto, teorizzabdi che solo i gay potrebbero andarci a letto insieme. Peccato che i gay non vadano a letto con le donne, anche se lei pare non averlo capito:



Insomma, lei vuole poter insultare gli altri. Ed ovviamente nega esista quell'omofobia che sembra rappresentare il business con cui campano le due famiglie del marito, arrivando a citare la solita Marina Terragni per negare l'evidenza:



Peccato che l'Istat abbia ripetuto più volte che quei dati non hanno alcun valore dato che la mancanza di una legge che definisca il reato porti a non raccogliere dati reali. E bisogna avere le fette di salame sugli occhi per pensare che in Italia ci siano solo 85 aggressioni verbali all'anno contro i gay.
3 commenti