Prosegue il circo delle audizioni leghiste contro il ddl Zan.

Sono riprese le audizioni leghiste in Senato contro il ddl Zan. Questa volta il leghista Ostellari e il leghista Pillon si sono portati in commissione la loro amichetta Marina Terragni, la quale dice di essere contraria ad una legge contro la violenza in quanto contrari all'esistenza delle donne trans.
Senza chiarire che nesso ci sarebbe tra quei due temi, la fondamentalista ha esordito dicendo: «Da un lato ci sono risorse di denaro enorme per la teoria transumana. Le grandi multinazionali dei farmaci finanziano molte iniziative». Certo, come no. E a suo dire le cause farmaceutiche puntano sul trarre profitto dalla Triptorelina, ossia dal farmaco che ritarda la pubertà usato da poche decine di ragazzi a paese (mamma mia, quanti soldi faranno le case farmaceutiche!). Afferma anche che «In Inghilterra hanno bloccato le transizioni dopo la ribellione di una ragazza, che ha subito l'amputazione delle mammelle e bombardata con ormoni maschili». Peccato che non spieghi dove abbia letto quella storia, anche se è un po' strano che dica sia colpa di un farmaco se una ragazza è stata operata al posto di evitare l'operazione grazie all'uso del farmaco che lei non vuole possa essere usato. Insomma, stando a quanto riporta il senatore Lucio Malan, parrebbe che la signora ci sia costata un sacco di soldi per andare in Senato a dire frasi a caso.
L'avvocato Giuseppe Zola, rilanciato dall'organizzazione forzanovista Provita Onlus, ha dichiarato che: «Questa legge contiene molti aspetti che la rendono incostituzionale. L'art. 29 della Costituzione che afferma che la famiglia è una società naturale potrebbe essere considerato omofobo dopo l'approvazione del ddl».
Peccato che siano loro a sostenere che "naturale" sarebbe sinonimo di "eterosessuale" nonostante la Costituzione abbia semplicemente scelto un termine pre-giuridico che servisse a cancellare i distingui fascisti che la lega vorrebbe far rientrare dalla finestra.
Alberto Contri ha invece sostenuto che: «Con la scusa di combattere le discriminazioni le associazioni #LGBT si stanno impadronendo della società e del linguaggio. Qui non si tratta della difesa di una minoranza ma della promozione di uno stile di vita non sostenibile»
Francesco Borgonovo, vicedirettore del giornale di propaganda populista di balpietro, ha dichiarato che: «Come hanno detto le associazioni LGBT, questa legge è solo un primo passo che poi aprirà la via per tutte le loro altre battaglie, tra cui l'utero in affitto, l'adozione e l'auto-determinazione di genere».
Paolo De Carli, a nome dell'associazione Nonni 2.0, afferma che «Ci sono dei pericoli per la libertà di espressione del pensiero, che derivano anche dall’utilizzo in norme penali del concetto d’identità di genere auto-percepita, che non ha alcun fondamento nella Costituzione». Anche lui, dunque, gioca a fare il costituzionalista.
Francesco Botturi ha concluso il comizio leghista affermando: «Nessuna legge penale può avere come sua ratio degli scopi culturali ed educativi. In gioco c’è la divergenza tra uno stato laico e pluralista e uno stato etico e ideologico».