Salvini: «No alle adozioni gay, a Bruxelles serve un grande gruppo di centrodestra che lo dica»

Matteo Salvini continua a lavorare ad un progetto politico ultra-integralista che prometta di danneggiare la vita alle minoranze per accaparrarsi i voti degli intolleranti. Ed è così che è tonato a puntare tutto su razzismo e omofobia.
Durante un convegno a Cascais, in Portogallo, per partecipare alla videoconferenza di Id "A project for another Europe", il leghista ha sostenuto che le destre europee dovrebbero cercare alleanza con le destre che guardano a Ungheria e Polonia come modelli a cui ispirarsi, lamentandosi che il Parlamento Europeo non dia troppo spazio alle minoranze estremiste: «Noi siamo sempre stati visti come quelli da tenere in un angolino, gli emendamenti di Marine Le Pen e della Lega venivano sempre dopo».
Ed ovviamente i suoi cavalli di battaglia sono fondato sull'intolleranza: «Io ho una visione assolutamente libera dell'amore ma su alcuni temi credo che a Bruxelles ci voglia qualcuno che dica no alle adozioni gay, all'utero in affitto o a strani esperimenti», dice. E se è aberrante definisca «esperimento» un modello di famiglia che è esistito sin dall'origine dei tempi, interessante è come pretenda che si impediscano le adozioni per poi poter cavalcare il dissenso popolare fondato sulla disinformazione con cui lui ha ottenuto buoni risultato elettorali attaccando la GpA.
Ovviamente ce l'ha anche con i migranti e il fronte negazionista da lui foraggiato: «C'è il tema dei vaccini, della sicurezza, dei migranti. Combattere l'immigrazione clandestina si può, ho qualche processo in corso ma andiamo avanti assolutamente tranquilli».
Sognando un'Europa trasformata in un Paese integralista, ha anche affermato: «I media tratteranno questo come un incontro di estremisti, ma noi stiamo seminando e questo è importante. Possiamo osare ed essere il primo partito e avere almeno 130 parlamentari credo sia importante [...] Id, Ecr e Ppe con Orban: è il momento di mettere insieme il meglio dei tre gruppi per essere determinanti nel Parlamento europeo. Ho proposto un altro incontro a giugno, in Italia o in Polonia. Spero che nessuno abbia gelosie o chiusure, perché in gioco c'è l'Europa».