Adinolfi vede militari al governo e insulta Conte: «È un inetto, il peggio del peggio»
Fa davvero sorridere un Mario Adinolfi che accusa gli altri di inettitudine dopo che lui ha fatto fallire due giornali, ha fatto fallire il suo primo partito politico, non raccoglie voti con in suo secondo partito e manco e riuscito a tenersi un posto dalla D'Urso.
Eppure è elargendo i suoi soliti insulti che il fondamentalista dalle due mogli ci dice che Giuseppe Conte sarebbe «il peggio del peggio» e si inventa sarebbe stato «cacciato per inettitudine». Sostiene che siano gli altri ad essere governato, forse ritenendosi escluso dal ruolo di cittadino. E ci dice pure che ci sarebbe stato «un golpe della magistratura», in quel suo trarre dietrologia da qualunque fatto possa essere strumentalizzato.
Il pretesto è una folle teoria attribuita Marcello Sorgi, il quale avrebbe sostenuto che se cadrà Draghi, arriverà un governo militare. Peccato che la frase, inserita nel suo contesto, fa sì che il giornalista stesso neghi quella possibilità, ma si sa che Adinolfi non poteva farsi scappare l'occasione di fare polemica gratuita per elemosinare visibilità mediatica.
Si lamenta pure che il popolo non voti il presidente del consiglio, forse dimenticandosi che è la Costituzione a stabilire che il Presidente del Consiglio è nominato dal Presidente della Repubblica, come sancito dall'articolo 92. Quindi, che a lui piaccia o no, non c’è bisogno di nessuna legittimazione popolare e Ciampi e Belusiconi non furono mai votati dagli elettori.
Cita pure Ivan Petrovič Pavlov, un medico russo morto nel 1936 che scoprì il riflesso condizionato nei cani, da lui annunciata nel 1903. Il nesso? Difficile a dirsi, fose l'ennesima strizzata d'occhio all'elettorato neofascista.